Ode al raffreddore di fine febbraio

S’ode a destra uno squillo di naso
a sinistra risponde la tosse
d’ambo i lati calpesto rimbomba
entro il petto ed in gola il tapin

Quinci spunta per l’aria un vessillo
fazzoletto s’avanza spiegato
ecco appar raffreddore spietato
ecco un altro che incontro gli vien.

Già di mezzo è sparito il terreno
tutti a letto che ingoian pasticche
zerinol, benagol, medinait, borocill!
Chi son essi? Alle belle contrade
l’epidemico mal s’attaccò.

Il fratello starnuta al fratello
e la mamma tossisce al piccino
giusto in faccia, ed il virus volò.

Mentre il cielo schiariva, ed il sole
dalle nubi sereno spuntava,
soffiò il vento portando infezioni,
la speranza si spense d’emblée.

E alla plebe che invano pregava
rimbombò come tuono molesto
va’ con efferal-gàn, torna a letto
suffumigi e supposte son qui.

 

Testo ispirato al Primo Coro del Conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni

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