Chi ha amato Bernhard Schlink per lo splendido “Der Vorleser”, noto nel mondo come “The Reader” dal titolo della riduzione cinematografica, e ora ripubblicato da Neri Pozza col titolo “Il Lettore”, forse non troverà la stessa grandezza nel suo ultimo lavoro “Olga”. Ma non rimarrà certo deluso.
Schlink, ex giudice della Corte Costituzionale e oggi docente, ha a cuore la storia del suo paese e la racconta da punti di vista sempre inusuali.
Seguendo il destino della bellissima figura di Olga si intravede un secolo di storia della Germania, o meglio la fisionomia di un paese che per Olga è sintetizzata in Bismarck, il fautore della nascita della Germania moderna, colui cui sono da imputare, secondo la protagonista, tutte le responsabilità degli eventi che sono seguiti.
Olga nasce sul finire del 1800 nella zona della Prussia orientale. La giovane rimane presto orfana e la nonna se la riporta in Pomerania. E’ qui che conosce Herbert, il rampollo di una importante famiglia di possidenti terrieri e industriali. I due ragazzi crescono assieme e la loro sintonia diviene un grande amore. Herbert, il giovane inquieto e sempre di corsa, vorrebbe sposare la sua Olga tranquilla e pronta all’ascolto, decisa e dedita allo studio. Ma la famiglia non sente ragioni e pone un ferreo veto, cui Herbert non sa opporsi. Si separeranno senza mai perdersi: Herbert inseguirà i suoi sogni di gloria e si innamorerà di progetti in giro per il mondo fino all’Artico, sulla impossibile rotta del nord-ovest. Crede fortemente nell’espansionismo germanico, mentre Olga, che lo accoglie a ogni ritorno, realizza il proprio desiderio di diventare insegnante contro ogni tentativo di discriminazione.
Tutto questo non è che l’inizio perchè contro di loro giocheranno anche la follia di Herbert e soprattutto la storia: la Grande Guerra, cui seguiranno la fame la miseria, la repubblica di Weimar e la degenerazione del nazismo fino alla seconda guerra mondiale e l’arrivo dei russi.
Il 1945 è il momento più spaventoso. Olga deve fuggire dalla Slesia con le colonne di profughi sotto i bombardamenti fin oltre il Meno, ma resterà sempre in piedi, ostinata e indipendente, nonostante la solitudine e una menomazione.
Dopo la guerra, sono gli anni 50, la vita ricomincia. Olga ottiene la pensione e come sartina lavorerà per anni per la famiglia di Ferdinand, colui che prenderà in mano la narrazione della storia e racconterà la sua vita di bambino, di giovane studente contestatore, di uomo sposato e del suo grande legame con la sartina Olga.
Di nuovo Schlink ci propone un rapporto tra un uomo giovane e una donna matura, in una relazione che unisce amicizia, solidarietà e confidenza. Ferdinand avrà modo di indagare sul passato e dare risposte a molti lati rimasti oscuri, ricomponendo i pezzi mancanti dei ricordi della donna. Rintraccia infatti le lettere che Olga aveva spedito per molti anni al suo amato, anche dopo aver smesso di sperare nel suo ritorno. Sono le lettere che costituiscono l’ultima parte del romanzo, qui la voce di Olga arriva diretta al lettore, con tutto il suo amore, tutta la sua disperazione, tutte le speranze per quel figlio che Herbert non sa di avere. E infine anche la spiegazione della sua stessa morte.
Elegante come sempre la lingua di Schlink, è asciutta mai ridondante, accurata soprattutto nel delineare le figure femminili, che sovrastano quelle maschili, un po’ noiose (come lo stesso Ferdinand viene definito da Olga) o sopra le righe e con lo sguardo altrove, come Herbert.
Pur soffrendo di qualche debolezza nella seconda parte, meno avvincente della prima, il romanzo si legge con piacere, insegnandoci ancora qualcosa di quella Germania, tanto spesso odiata, che in realtà conosciamo così poco.
Bernhard Schlink, OLGA , Ed.Neri Pozza 2018, traduzione di Susanne Kolbe e Cristina Proto, disponibile anche in e-book