Tu mi aspetti forse oltre l’inferriata
seme e luce sono i fiori che accudisci tutti giorni
ma il tuo sorriso è solo
sopra il davanzale.
Tanto grande la pianura ingombra della neve
altopiano sconfinato più del mare
la terra nell’inverno è come morta
un lento fiume
che ha il dorso duro e curvo
del ritorno.
Nelle ferite
la spina viva del dolore.
Nella notte ogni stella è il gheriglio di una noce
un ritaglio di un giornale questa vita
sono briciole di pane l’amore che ti scrivo
una nota sola, ripetuta all’infinito
e che a pensarlo sino in fondo
davvero non ci sono mai riuscito.
Attraversarlo
forse basterebbe poco
la vela di una vita a volte
senza più bisogno di sciogliere quei nodi
che anche il cielo
fanno più stretto di una corda
che strappa il buio
che insanguina le mani
e a cui, per rivederti
si aggrappa stanco il cuore.