Ombrelloni e Grecia

Chi l’avrebbe mai detto che la crisi greca sarebbe diventata l’argomento incontrastato di questa estate 2015? Solitamente si aspettano l’estate e l’innalzamento delle temperature per lasciar svaporare il cervello nell’acqua tiepida, resa untuosa dai troppi bagnanti ricoperti di crema. E invece no. Grecia in tutte le salse. Un grosso grasso ombrellone greco incombe sulle nostre vacanze. Persino la Sardegna sembra quasi Grecia tra uno Tsipras, un Varoufakis e magari un Gyros per pranzo.
Non c’è Settimana Enigmistica che tenga. Nemmeno le Cinquanta sfumature di grigio possono nulla contro il nuovo tormentone. «Questi greci non vogliono pagare i debiti, e noi paghiamo per loro». «Ma sai che neanche la Germania li ha pagati?». «Non ho capito perché Varoufakis si è dimesso». «Un leader non può lasciar decidere alla popolazione con un Referendum». «Anche in Italia ci vorrebbe uno Tsipras».
Ognuno dice la sua e qualcuno si infervora, urla e offende, manco fossimo al Parlamento.
Persino le vacanze dei bambini sono ormai irrimediabilmente compromesse.
«Mamma, posso fare il bagno?».
«Lo farai quando Tsipras paga il debito»
«Cosaaa? Non ho capito, mamma. Vado a fare un castello di sabbia»
«Ok, Referendum».

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