Omero

Dalle ricerche del noto divulgatore Concetto Chiaro

Omero. Ma chi era davvero quest’uomo maestro di parole? Solo leggenda o “fusto d’ossa legate insieme per via di tendini, di muscoli e d’altre membrane”?
Era carne ed ossa avvolte da mistero. Il nome ad esempio è da spiegare come: “colui che non vede”, “l’ostaggio” o “l’incontro – l’incontrarsi”? Al di là della ridda di voci sul nome, la sua infanzia non ebbe nulla di epico, anzi fu molto comune.
Si narra che la sua culla fosse fatta con reti da pesca e che uno dei suoi passatempi preferiti fosse cercare di intrecciare con la laringe versetti di vario genere. Leggenda vuole che non proferisse i normali “ciuf ciuf” “gne gne” “brum brum”, ma che tra un gorgoglio e l’altro balbettasse “diventerò famoso”.
Venne il tempo della scuola che gli valse la reputazione di birbante.
La tradizione orale narra che preferisse fare scherzi piuttosto che imparare le regole grammaticali e che si lamentasse sempre delle difficoltà del greco.
L’insegnante di poesia lo descriveva addirittura come “un ragazzo che non si impegna abbastanza”. Strana la vita!
Nonostante le lacune lamentate dagli insegnanti, giovanissimo decise di intraprendere la carriera poetica come cantore girovago e pare che abbia creato l’Odissea dopo aver girato in lungo e in largo e aver sentito parlare di viaggi avventurosi e creature mitiche.
Annoiandosi, perché all’epoca non c’erano ancora i videogiochi, non trovò altro di meglio che fare amicizia con le Muse. Erano nove e nessuna di loro senza arte né parte.
I soliti pettegolezzi raccontano come Omero fosse diventato talmente amico delle Muse da partecipare spesso a feste sfrenate sull’Olimpo nella quali, con l’aiuto di Dionisio, creava cocktail a base di nettare e ambrosia. Diventò molto amico degli dei che continuamente gli chiedevano di inserirli nei suoi poemi.
Nonostante Nessuno gli avesse raccontato la storia, prese qualche sirena, qualche mostro marino, condì con una maga e belle fanciulle e inventò il viaggio più interessante ed appassionante della storia della navigazione.
Non se ne parla, ma pare che i guai di Ulisse fossero legati ad una vecchia scommessa fatta con Poseidone. Questi aveva perso la scommessa e non aveva intenzione di onorarla, così per sottrarsene giurò a se stesso che lo avrebbe fatto affogare in un mare di guai.
Quanto all’altro poema, l’Iliade, fu lo stesso Omero a confessare in punto di morte che la guerra di Troia non era altro che una storia inventata una sera da un vecchio ubriaco che casualmente aveva incrociato in una bettola.
Dopo una lunga carriera tra poesia e baldoria, complice anche i suoi noti problemi fisici primi tra tutti quelli alla vista, si ecclissò misteriosamente dalla vita pubblica.
Alcune fonti sostengono sia andato un giorno a far festa con gli dei e che la sua vena e le sue doti abbiano fatto sì che gli dei non lo mollassero più. Altre sostengono che abbia aperto una scuola di poesia clandestina per seminare il caos tra gli aspiranti poeti e non avere concorrenti nei secoli futuri.

(Mic L’Ape 🐝)

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