L’ho letta sul Corriere della sera e ora il link non c’è. Meglio, vi risparmiate di leggere una articolessa intitolata “L’oppio tecnologico e il dolore della vita”. Oh mio dio come piango.
Poche citazioni: “la trasformazione in corso, grazie a Facebook, del significato di piacere che anziché riferirsi a uno stato mentale riflette un’azione che si esegue col mouse del computer, da sentimento ad affermazione di una scelta del consumatore”. Ma tu che ne sai? Prima osservazione puramente formale: se una frase simile mi fosse offerta da un collaboratore della Rivista Intelligente, verrebbe immediata sforbiciata dalla severa direttora, come insopportabilmente ripetitiva e ridondante. Citazione clou: “Molto probabilmente ne avete fin sopra i capelli di sentir criticare i social media da cinquantunenni scorbutici”… ma va là ragazzino!
Su FB c’è gente molto più vecchia di te.
L’atteggiamento di Franzen è tipico dei vip di ogni età, dei ricchi & famosi che si circondano di gadget tecnologici per puro feticismo, ma non hanno tempo né voglia, né bisogno, di vivere davvero nel mondo virtuale.
Il succo del pagatissimo elzeviro è qualcosa come: la tecnologia non dà la vera vita né il vero amore. Ahahahah ma no, ma dai, sul serio? Sono estasiata.
Noi webbisti comuni, noi che qui ci stiamo sul serio perchè non costa una cippa e incontriamo persone anche fantastiche, noi lo sappiamo che la vera vita e il vero amore allignano anche su FB.
Per una cifra più modesta sarei in grado di dimostrare questo assunto con poche ma icastiche parole.
Fatelo sapere al direttore del Corriere.