Appostatevi di buon mattino presso la risalita di un fiume, il Don per esempio. E’ un viaggetto breve e carico di ogni comfort, potrebbero perquisirvi innumerevoli volte.
Non portate con voi inutile attrezzatura da pesca, retini fatti al tombolo, o cestini manufatti all’uncinetto, è superfluo, i salmoni hanno un indefettibile buon gusto e sti merlettini tirati via da sotto i gingilli appostati in casa vostra, gli fanno schifo.
Naturalmente depilatevi, perché se arriverete allo scapicollo del fiume con un aspetto da orsi, i salmoni incroceranno una pinna nell’incavo dell’altra, con il gesto tipico dell’ombrello, e rimarranno nella loro riserva ormonale.
Una volta arrampicati sullo scosceso non vi inquietate se le vostre guide vi abbandoneranno, hanno visto questo cruento spettacolo milioni di volte, non vorrete tediarli, con il pericolo di dover sborsare un sovraprezzo… Cruento perché? Lo capirete
Naturalmente guardatevi le spalle e addossatevi ad un masso da dove gli orsi, quelli veri, vostri antagonisti, non possano così per gioco staccare la vostra inutile testa dal degradato corpo e giocarci a boccette. Ed ora, all’erta, state per essere travolti dallo spettacolo più effervescente, eccitante, sconvolgente che la natura offra: un branco di maschiacci dominati dall’ormone della riproduzione ma che in realtà stanno solo facendo un provino per alcuni gestori di un circo, che saltano all’indietro, esattamente in linea con il pensiero maschile universale.
Bene, è il momento, l’immagine della pasta rosea di carni salmoncine e bianca di riccioli di panna e burro da non far vedere alle vostre coronarie che a quell’ora sono in fascia protetta, appare in un istante nella vostra mente ottusa ma ostinata. Aprite le MANO a ventaglio, sempre se avete per una settimana esposto le stesse a vari agenti urticanti, rendendo la cute spinosa e prensile. Buttatevi con le cosce in acqua, e…
Non ve la prendete se il primo salmone vi sfiorerà urlando contumelie in russo, che suoneranno alle vostre sconvolte orecchie pressoché così: spostati coglione.
Il secondo, il terzo, il quarto, il quattrocentesimo…al milionesimo vi state quasi per convincere di essere effettivamente un coglione… quando un salmone, leggermente più capace di voi nella nobile arte della stupidità vi cade tra le braccia, vi fionda sul terrapieno, si dimena cercando di rendervi fecondi e prolifici, e poi spira dicendo: e’ stato bello, grazie.
Alquanto conturbati, dopo una mezz’ora buona di svenimento, vi riavrete, anche se rientrare in possesso di voi stessi non si rivelerà poi quel grand’affare, e inizierete il ritorno verso le patrie cucine, possibilmente prima che il pesce puzzi, di solito dalla testa, e sempre a causa di uno shampoo sbagliato, o di un hennè andato a male.
Sarete accolti, in una gelida mattina di novembre, (tanto c’è voluto tornare dal Don alla vostra donna) sarete dunque accolti come un vincitore? Come un cacciatore uscito dalla grotta per andare a procacciare il cibo per la propria tribù e tornato con chili e chili di buon cibo? Levatevelo dalla testa. Ella stramaledirà il giorno che vi ha sposato, purtroppo con le stesse identiche intonazioni che si susseguono dalla vostra prima notte di nozze. Ma voi saprete reagire con dignità e fermezza: Donna! Direte, vedo che non c’è la panna, in frigo! Vuoi che io faccia casa micciola per questo? Lei non risponderà e timorosa agguanterà il fetido salmone per la coda e vi schiaffeggerà. A quel punto, reso più conciliante, direte: “Vado io al supermercato, tu riposa”.
Andare al supermercato in un giorno di agitazione sindacale e impossessarsi di un tetrapak di panna scaduta sarà di gran lunga impresa maggiore et rischiosa che farsi per amante, seppur fugace, un salmone. Ma voi siete pieni di risorse finanziarie, e pagherete di nascosto un sindacalista acciocché vi fornisca il prezioso prodotto caseario.
Tornando verso casa, noterete con soddisfazione un picchetto che sta tumefacendo il complice crumiro e ciò vi rimetterà a posto con il mondo.
Nel calore della vostra casa, con i riscaldamenti a palla, e vostra moglie che ronfa umile e casalinga nel vostro letto nuziale, vi rifugerete nella cucina e soffriggerete prima una cipollina, poi affetterete in listarelle l’amato salmone, che ha sconvolto in un attimo i vostri sensi molto più che anni di prove nuziali, lo amalgamerete alla cipollina appassita e appena dopo un goccio di brandy, ma proprio un goccio perché vostra moglie s’è scolata tutto il resto. Infine, un pizzico di peperoncino, ma appena un’ombra. Una volta cotta la pasta, fate mantecare con la panna, e non svegliate vostra moglie. Mettete la testa del salmone sul tavolo e voi e lui concedetevi una tenera cenetta.
Bon Appetit
buffo!