Peace and love

Si può ancora marciare urlando Peace and love nel 2025? Io penso che il contesto in cui viviamo lo richieda a gran voce. Sono 56 i conflitti ancora in atto nel globo, il numero più elevato dopo la Seconda Guerra Mondiale, da quello Russo/Ucraino a quello infinito tra Palestina e Israele, passando per Libano e Siria.
Fermo restando che, qualora un Paese venga invaso, come nel caso dell’Ucraina, ha tutto il diritto di
difendersi, le guerre tutto rappresentano il più grande fallimento dell’umanità e chi ne paga le conseguenze peggiori sono gli innocenti, i civili, i bambini. Vogliamo negare una vita migliore alle nuove generazioni?
La lista dei teatri di guerra appare superflua e non è certo il mio forte. Io sono una sognatrice patologica e il mio più grande desiderio si può ricondurre al ritornello di un brano cult degli anni 60… Mettete fiori nei vostri cannoni. La storia insegna ma non ha scolari, ennesima frase fatta; sì, ne prendo atto, ma la realtà è questa e pare che noi uomini e donne di buona volontà non possiamo far nulla.
Il 27 Gennaio si è celebrato Il Giorno della Memoria, fra le tante date, quella forse più triste e drammatica, visto ciò che si commemora. Quel filo spinato! Quante immagini, quante foto, quante scene di lungometraggi, quante testimonianze che lo evocano e quanto patema.
Io, che pur mi considero una accanita cinefila che, certo non disdegna i film di un certo spessore, sono arrivata al punto di evitare di assistere ancora a storie con determinate tematiche. Provo un dolore misto a rabbia, un’impotenza di fronte a quello che è capitato e non riesco a farmene una ragione. Inguaribile ottimista, sempre con quell’aria trasognata e l’aspetto disincantato di una donna che vive in un mondo tutto suo e che non tollera il male.
L’Olocausto ha rappresentato una pagina buia del nostro recente passato e continuare ad evocarlo è giusto. Ma perché non farne tesoro? Per quale motivo non si comprende che viviamo tutti sotto lo stesso cielo e che i tanti contrasti tra popoli si possono evitare?
Osserva tutta la bellezza che ancora c’è attorno a te e sii felice”, dal diario di Anna Frank.
Le opzioni sono tante: essere tristi al pensiero di ciò che è stato, rimanere indifferenti perché tanto è già successo, o attivarsi ogni giorno affinché la memoria così decantata sia utile per i posteri. Come fare? Praticando atti di gentilezza a casaccio e far dell’accoglienza e l’inclusività il proprio stile di vita. Su Rai3 la settimana appena trascorsa è andato in onda un piccolo gioiello di programma presentato da Pif: Caro Marziano, dedicato a tante testimonianze di chi è sopravvissuto allo Shoah.
Si, è vero, purtroppo, le ferite sono ancora aperte, in quanto… se dimenticare è impossibile, ricordare è necessario

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