Ieri sera non riuscivo a prendere sonno (che strano, eh? 😃 ) e mentre ero supina, la testa affondata nel cuscino, gli occhi spalancati nella fioca luce blu di una lampadina notturna, guardavo, dal sotto in su, un quadretto che ho appeso sopra la testata del letto, formato da tre piccole assi di legno dipinte di una vernice verde acqua, un po’ scrostata, su cui è scritto: HOME IS WHERE HEART IS, “la casa è dove c’è il cuore”. In realtà, vista la mia posizione, leggevo la frase dal sotto in su: IS HEART WHERE IS HOME, “è il cuore dove c’è la casa”.
Siccome sono una povera stupida con l’ossessione delle parole, ho iniziato a pensare che sarebbe bastato spostare una sola lettera, la H di HEART, cuore, dal primo all’ultimo posto di tale parola, che così si sarebbe trasformata in EARTH, terra. Quindi la frase sarebbe divenuta “la casa è dove c’è la terra”, oppure, leggendo in senso contrario, come me da letto, “è la terra dove c’è la casa”. Ovviamente la mente è corsa ai profughi, alla guerra, ai bombardamenti, le case distrutte… ma anche alla terra nostra casa e madre che distruggiamo consapevolmente, come lemming che corrono verso il baratro.
I pensieri si affastellavano disordinatamente, e quindi dentro me risuonavano le parole di un’antica maestra: “La H è una consonante muta…” Muta… non se ne sente il suono, ma lo cambia ad altre lettere (pensiamo solo a C e a G che grazie alla H acquistano un suono duro, che toglie la dolcezza di un bacio alla loro pronuncia), oppure, come nel caso di queste parole inglesi, “muta” nel senso che “cambia” il significato della combinazione delle altre lettere, da “cuore” a “terra” (sì, lo so, maestra, questa è una mia licenza impoetica, ma tant’è… di fantasie vivevo da piccola e di fantasie sopravvivo da grande…).
Ma non basta. Dal campo semantico sono poi approdata a spiccioli di riflessioni, o meglio, a cascami di collegamenti di idee senza costrutto: la terra è la nostra casa, la casa è dove è il nostro cuore, il cuore della terra, ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera, la vita, la morte, la patria, la guerra, l’amore negato, il destino…
I più benevoli, a questo punto, ipotizzeranno che il mio delirio sia stato dovuto a una cena pesante e indigesta. Purtroppo no, gentili amici, ieri sera non ho cenato, presa da improvvido male di vivere, perciò il mio delirio è esattamente quello che sembra: una belinata. Gudnait.