Quel suo posto vicino al fiume era magico, ti sentivi trasportato in un’altra dimensione: lo scorrere dell’acqua, lo sciabordìo delle barche, il tè propiziavano il viaggio. Avanti e indietro nel tempo, con la sua mano nella tua ti indicava cosa guardare. Così diversa da te, così strana, ti affascinava, ti schiudeva nuovi mondi. Una vertigine il contatto con il suo corpo, entrare in sintonia con la sua mente.
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Leonard Cohen, la tua voce, i tuoi versi, il suono della tua chitarra hanno accompagnato i nostri giorni, rischiarato le nostre notti. Ora avrai ritrovato il biglietto che da bambino, alla morte di tuo padre, seppellisti sotto la neve tra i mughetti, quel biglietto che tanto è germogliato…