Piatto ricco, mi ci ficco

Piatto ricco, mi ci ficco!

Caro Stefano,
sono una signora quasi cinquantenne, ben conservata, ammirata, con una professione intellettuale. Pensavo di essere felice nella mia bella casa piena di oggetti di classe, circondata da amici eleganti e 
raffinati ma da qualche tempo sono afflitta da un’insana passione. Che cerco di combattere in tutti i modi, perché un po’ me ne vergogno. Ma non c’è niente da fare, caro Stefano, vado pazza, perdo letteralmente la testa per i giovani truzzi e tamarri. Più sono palestrati, lampadati, tatuati, con bicipiti possenti e torace a tartaruga, più mi attizzo. Non mi perdo una puntata della De Filippi, con quei suoi meravigliosi tronisti e all’edicola compro “For men”, dove c’è sempre qualche bel maschione in copertina, anche se ho cura di infrattare la rivista tra le pagine del “Sole 24 ore”. E più sono stupidi e volgari, banali e omologati, e più mi immagino “cose” erotiche con uno o più di loro. Cosa posso fare, gentile amico, per liberarmi da questa ossessione? Confido nella tua sensibilità e riservatezza. Tua sconsolata lettrice

 

 

Cara amica sconsolata,

che dire? Condividiamo le stesse passioni perché anch’io, nonostante tutti gli sforzi per elevarmi all’intellettualità, mi lascio trasportare nei fiumi del torbidume.

Io ti capisco benissimo e, come potrebbe essere altrimenti? Toccare tutta quella carne soda, perlustrare quei corpi esagerati e pieni di vita, potere approfittare di tutto quel ben di Dio con il grosso vantaggio che, una volta essersi liberati del demone della passione, questi ragazzotti non chiedono mica molto, una camicia firmata, l’abbonamento al solarium preferito, l’ultimo modello di tuta stretch da sfoggiare in palestra con gli amici e, per i più esosi, una cafonata d’oro acquistabile in un centro commerciale di periferia.

E allora cara amica mia, siccome la vita è breve, lasciati travolgere dalle tue insane passioni che perlomeno il truzzo è quasi sempre pulito, molto curato ed esasperatamente egocentrico, ma di quell’egocentrismo sano che non va mai oltre la soddisfazione per la tonicità dei propri pettorali e per l’ottima salute di cui gode la tartaruga.

E poi, con tutta onestà, cosa ce ne facciamo di questi intellettuali che si esibiscono in fiumi di parole che non raccontano mai niente, flaccidi, senza un filo di muscolo, con la pancia, il fiato pesante, calzini e mutande indossati tre giorni di fila, e allergici all’acqua e sapone?

A una certa età bisogna dare soddisfazione ai propri desideri e fregarsene di tutto il resto perché ormai, cara mia, il viale si avvia verso un tramonto eterno.

Allora dacci dentro e attizzati così, senza problemi, che chi ti critica e ti giudica lo fa solo per invidia.

Ditelo al cuore,

tuo Stefano

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