Piccole, e rubate. Mie, e altrui. Come quando facevo Street Photography e girellavo per le città, con la mia Nikon e tanta voglia di vedere la gente e il mondo con il mio sguardo. E immortalare tutto, in bianco e nero, allora.
Felicità perché? Non lo so bene, non è una mia scelta. Mi viene da cercarla, d’impulso, inconsciamente. Ne ho così fame da scorgerla ovunque. In un taglio di luce, un gesto di amanti, in brevi chiacchiere di amici, in un bar, un volo di gabbiani, una luce di taglio su un vecchio muro. Un tramonto come tanti, un monumento stranoto, un albero nel sole. Soggetti banali che si scoprono a me. Esplodono. La vita, è. Il TUTTO fotografato in una briciola. Chissà, forse vedo dio ovunque.
Ora giro per le strade con il mio Smartphone, nessuno mi fa caso, sono sempre circondata di gente che si selfieggia o che immortala tramonti e monumenti. E io a tradimento, in mezzo alla folla felice, rubo felicità. E la bellezza universale.
Clic. Ogni foto è una storia, un momento irripetibile. Un momento in cui ho smesso di soffrire e ho volato nella vita e nella gioia. Eterne.