Sì, Madame, parlo solo francese. Sì, cerco mio fratello, è ricoverato all’ospedale da una settimana. Io ci vado, Madame, ma mi dicono che non c’è. Mi mandano via e io cerco di spiegare loro che mi ha chiamato e che vuole che gli porti il passaporto. Sì, Madame, cercavo di spiegarlo a questo Signore in divisa. Gli chiedevo se mi poteva aiutare, ma lui non parla francese. Grazie, Madame, che traduci quello che dico a questo Signore in divisa. Come? Lui non mi può aiutare? Io, non lo so, mio fratello mi ha telefonato e mi ha detto che è all’ospedale, sì, da una settimana. Mi fermano all’ingresso, non mi fanno neppure entrare, mi dicono va’ via, ma mio fratello mi ha chiesto di portargli i documenti, perché l’Ospedale li vuole. Va bene, Madame, vengo con lei. Dove andiamo, Madame? Da altra gente? I Carabinieri? Sì. Lei spiega bene e questo Signore con la divisa l’ascolta, molto attento e fa no con la testa e mi guarda sconsolato. Come dice? Neppure lui sa come aiutarmi? Dove andiamo adesso? Un ufficio dove ci sono Assistenti. Se ci sono assistenti ci assisteranno, vero, Madame? Sì sì, la seguo. Mi siedo qua? Va bene. Tanto lei ormai la mia storia la conosce. La racconta a questa Signora con gli occhialetti sulla punta del naso. Oh, prende in mano il telefono, la Signora con gli occhialetti, e parla e prende una penna e scrive qualcosa e fa sì con la testa e sorride e mi guarda e anche lei, Madame, mi guarda e sorride e dice lo abbiamo trovato, e ora vieni con me che ti accompagno all’ospedale da tuo fratello e ho qui il reparto, il piano. Ora andiamo. Percorriamo tanta strada e entriamo senza problemi davanti al Signore alla sbarra che per una settimana non ha voluto farmi entrare e mi diceva: «Va’ via». Attraversiamo il giardino e un bosco di abeti, corridoi e scale e ancora porte, corridoi, scale, abeti e giardini, e scale e un Signore vestito di bianco ci dice: «Venite». Mio fratello mi abbraccia e ci diciamo tante cose nella nostra lingua; poi ti presento a lui, Madame, e tu fai un sospiro e il Signore vestito di bianco mi dice: «Siediti, ti porto da mangiare».