Piccoli ricordi di una grande vergogna

Per me è importante. Tempo fa ho visto, per caso, su Google la foto di una classe del liceo A. Manzoni, di Milano, in via Orazio. Il mio liceo, dove ho imparato, fra l’altro, cosa è la libertà. Sotto la foto c’erano i nomi di alunni e alunne, che in seguito furono espulsi perché di religione ebraica. Quel liceo io lo frequentai 21, 26 anni dopo, in un mondo del tutto diverso. Ma il cortile è lo stesso, uguale la grigia luce piombante milanese, gli stessi i grembiuli neri delle ragazze, lo stesso ordine tra seduti e in piedi, le stesse facce tra l’imbambolato e il serioso.
Guardando l’immagine mi prese una rabbia terribile, perché la mia scuola, prima che io vi mettessi piede, aveva compiuto un atto così vile – aveva sporcato le antiche mura, che io poi avrei amato. Vergogna. Vergogna a noi tutti.
Quando poi da ragazza lo frequentai, c’erano due ragazze ebree, la Nissim e un’altra, forse Norsa di cognome. Era tutto normale. Ma nessuno ci ha mai fatto sapere, neanche quando avemmo 18 anni, in terza, di quale schifo si era macchiata la mia scuola. E tutte le altre scuole d’Italia. Compresa la scuola elementare Fratelli Ruffini, la mia, accanto alla chiesa delle Grazie, presso l’angolo di Corso Magenta. Questa, si è presa la briga di macchiarsi dell’espulsione di Liliana Segre.
La mia scuola! Vergogna. E vergogna a tutti coloro che stanno riportando antisemitismo e razzismo nella nostra grande patria, la madre Europa. In seguito ho fatto una ricerca, sempre su Google, e ho trovato le foto e le storie. Sono qui.

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