E allora tu,
piena di Grazia,
e di Neve, e di Fango,
che ascolti
il bisbiglio dei sassi,
il tremore delle foglie
e delle assi su cui si malregge un’anima
tu che invadi il buio con lo sguardo
ed il silenzio con la voce delle acque
tu,
che ti nascondi nelle nuvole più grigie
mute di vergogna, di timore,
nel greve, immacolato silenzio
nel pugno chiuso della speranza
tu che sorgi,
dimenticata, esiliata
improvvisa
piena di grazia,
e di neve,
e di fango,
e delle stagioni assieme confuse
in un unico cosmo di dolore ed esaltazione,
nel riverbero infinito
della nascita.
Tu, accanto a me,
lungo un infinito tratto,
cammina.