L' arte della gioia

Polaroid del ricordo, Goliarda Sapienza

Dei libri che ho amato mi rimane nella memoria un’immagine, una polaroid del ricordo. Il corpo di un uomo steso su un grande letto, la fronte di cera sudata senza più il suo colore, è la polaroid de L’arte della gioia, di Goliarda Sapienza.
Non è un’immagine triste, bensì di vita, di quella vita che la protagonista, Modesta, attraversa senza paura, con fermezza e decisione. Lo lessi nel novembre 2010 alle Zattere, seduta sui gradini delle porte a cogliere ben infagottata nella lana l’ultimo mite sole, quasi a promettermi che l’estate non sarebbe scomparsa dietro Porto Marghera e che il romanzo che stava tra le mie mani non sarebbe finito mai. Le immagini che restano sono molte, e non può essere diversamente poiché è la storia di una vita attraversata da molte altre vite.
Ma la polaroid è scattata lì. Lì è lo snodo, il punto in cui l’intreccio si condensa ed esplode: sul corpo senza vita del bel vecchio di marmo, ed è il raccordo con l’esistenza di Goliarda Sapienza a raccontare come la fine sia anche un inizio, come il cadere sia anche un rialzarsi, come la passione e l’amore per la vita, la curiosità, spingano verso l’alto quando è ora di risollevarsi. Che non ci sono giuramenti che valgano quando è l’ora di essere se stesse, e la volontà, anche se con un sudore gelido sulle spalle, compie il suo cammino.
Carmine, adagiato nel grande letto di Gaia al Carmelo, sorride con gli occhi abbassati. Speravi di nasconderti con la tua vergogna, ma io ti ho scovato, Carmine. Chi muore ha torto, solo chi vive ha ragione. E viva, ti guardo, bel vecchio di marmo, e non subisco leggi, giuramenti, condanne… […] Anche se le gambe mi pesano, avanzo verso il letto imponente per vedere meglio la sua morte. Per aiutare la mia carne giovane a dimenticare, per darle una ragione, le labbra premo sulla sua fronte e sulla bocca. Un sudore gelido, nauseante, mi scorre per le spalle. Ma aspetto che la mia natura s’imprima bene nella sua coscienza carnale che Carmine è morto e non potrà più tornare. 

 

Polaroid, Simone De Beauvoir

Polaroid, Janet Frame

Polaroid, Jeanette Winterson

Polaroid, John Berger

Polaroid, Jonathan Coe

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