Post mortem

 

Mentre accendeva un lumino la colse l’illuminazione. Avrebbe scritto una lettera, poche righe per lasciare il suo pensiero, per affidarsi all’amore. Prese la biro e, in bella grafia, iniziò.

Cara Pulcina mia,
non so come dirtelo e allora meglio metterlo nero su bianco.
Da quando ho incontrato al tennis l’uomo con cui gioco due volte alla settimana, sogno che diventeremo anche compagni di vita. Questa speranza mi ha fatto venire in mente una cosa che ti ho taciuto. In un momento inconsolabile, e dato che li davano via al prezzo di uno, ho comprato al Monumentale due loculi, uno accanto all’altro. L’ho fatto per avere una sistemazione definitiva, vicino al tuo papà. Certo che se non ci lasciava prima, era meglio! Adesso lui è in cielo, ma da terra magari lo tiran su e non volevo tu avessi il problema di dove metterci, prima lui e poi me. Non mi dire che son macabra! È stato un affare. Adesso però non mi sembra più possibile finire lì, insieme a lui.
Se con il tennista il rapporto dovesse durare, e io, magari per un incidente, una malattia fulminante, vi lasciassi… Insomma, ti  pare possibile che lui mi venga a piangere e a portare le margherite, al loculo di fianco a mio marito? Mi sembra di chiedere un po’ troppo a chi se n’è andato senza averne la volontà. Un triangolo post mortem?! No, vero, Pulcina mia!?
Allora, per favore, se mi succedesse qualcosa, e avessi in quel momento un uomo che mi vuol bene, anche un altro, dato che nella vita non si sa mai, ecco, alla mia dipartita – e con questa parola vedo un treno che va via – mettimi in terra.  Senza lapidi pesanti sopra, mi raccomando. E così sia.
Per la sistemazione nel loculo, vedremo.
Con eterno affetto
Mam

Elaborazione immagine: Stefano Navarrini

 

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