Non si può fare finta di nulla. Non si può fare finta che non sia stato votato da moltissimi italiani. Esattamente come non si può fingere che non abbia influenzato la politica sostanzialmente per trent’anni.
Infine, non si può non provare rispetto per la morte altrui, per il dolore dei familiari e di chi gli è stato accanto. Ma questo lo si deve erga omnes, verrebbe da dire.
Dopodiché. Dopodiché ci sono anche quelli che quel modello, di politica ma verrebbe dire di vita, hanno bocciato. E non per invidia ma, semplicemente, perché non era il loro.
Non era il loro tutto quel mondo di plastica costituito dalle TV private, con sponsor molto in alto in Parlamento, che andava contro una legge statale, toh, ma che si è fatto finta andasse ugualmente bene.
È lì che si è creato l’humus da cui il Berlusconi politico ha poi attinto per anni – anche per demeriti altrui, sia ben chiaro – quella che un omino sardo parecchi decenni fa avrebbe definito egemonia culturale.
Quell’edonismo, quell’egoismo, quel disimpegno sbandierati con orgoglio ai quattro venti. Si badi. Non necessariamente devono esserci impegno e altruismo, ma questa mentalità, elevata a potenza e a esempio universale, ha pure portato alle risate, al darsi di gomito verso chi provava ad avere una visione del mondo differente.
Si è sdoganato – non sempre ma spesso – il peggio, facendolo passare come forma di libertà contro l’oppressione. Da lì è partito il piattume generalizzato, dove tutto diventava identico, dove la tua opinione contava quanto chi aveva studiato per anni quello specifico tema.
Tutto ormai aveva un prezzo. Calciatori, attori, presentatori, donne, parlamentari. E basterebbe mettere il naso fuori di qui, aprire un qualsiasi giornale, magari pure liberale, aggettivo di cui ci si è riempiti la bocca mentre, spesso, era l’interesse particolare, quello piccolissimo di bottega, a farla da padrone.
Dal teatro e dai concerti di Miles Davis – in prima serata il sabato sera – a Uomini e Donne e al Grande Fratello, che li hanno sostituiti nel corso degli anni, lungo un crinale sempre peggiore.
Del lavoro ne ha portato? Certamente. La vita politica ha avuto un prima e dopo il Cavaliere? Senza dubbio. Ma contano anche i come, non solo i fatti.
La morte merita rispetto, lo sdoganamento dei peggiori istinti – italici e non – meno.
Per qualcuno tutto ha un prezzo. Per altri, magari pochi, invece, tutto possiede un valore.