Può (de)capitare

Lo spray ultra-chimico che garantisce una copertura di quarantotto ore no, ché funziona di certo, ma se poi il devoto vicino stramazza al suolo c’è il rischio che la community mi passi sull’orto con interi canadair di acqua santa. I gerani neanche: hanno un odore ributtante, foglie a balze e petali che, a terra, s’impoltigliano in pallottole rosa, rosse o bianche, capaci di fagocitare peli canini, polveri più o meno sottili, residui terrosi di scarpe irriverenti.
Nel frattempo, l’attacco aria-polpaccio di quell’orda barbarica e sanguisuga che, in nuvole scomposte, risale dall’erba fresca, s’intensifica. Le ultime zanzare planate sin qui sono piccole e bastarde. Tigri, senza dubbio, viste le tracce lasciate dalle aguzze zanne su ogni centimetro di pelle, angoli intimi e remoti inclusi. Piccole, bastarde e dal ronzio acutissimo, spaccatimpani, in grado di risvegliare i sintomi di una schizofrenia latente in chiunque resista, in giardino, per oltre un minuto e mezzo.
E allora largo allo zampirone, diamine! Placido, geometrico, tutto d-Alletrina pura, coformulanti, inerti e coloranti q. b. Ehi, è un presidio medico chirurgico, mica cotica!
C’è solo un neo, che mi indurrebbe a scrivere una soave missiva al Sor Vulcano; credo inizierebbe più o meno così: “Egr., Preg.mo Dott. V., potrebbe spiegarmi per quale recondito disegno del fato, ogni santa volta che cerco di separare le due spirali mi resta in mano una testa? Mi spiego: ha presente la parte centrale, quella da cui ha origine Il Tutto? Già, quella con la fessura da incastrare sull’apposito sostegno, affinché l’allegra rotella possa bruciare serena, senza dare fuoco alla tovaglia buona…”. Terminati i bla-bla di circostanza, concluderei in modo classico, con la sempiterna chiusa che recita “In attesa di un Suo cortese riscontro, porgo Distinti Saluti. Firmato, Salomè.”
Dite che mi risponderebbe?

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