Quando Ehrenburg incontrò il Diavolo

 

‘Le straordinarie avventure di Julio Jurenito’ uscì a Berlino per la prima volta nel 1921. Autore, Il’ja Ehrenburg (1891-1967) giornalista ebreo russo, commediografo e romanziere che tanta parte ebbe nella vita culturale dell’ Urss, rimasto ininterrottamente alla ribalta, versatile ingegno e malizioso interprete della intellighenzia comunista durante il regime di Stalin. La storia di Julio Jurenito è un ‘romanzo filosofico’ centrato sulla crisi europea alla vigilia della prima guerra mondiale. Siamo a Parigi nel 1913. In un caffè su boulevard Montparnasse il giovane Ehrenburg incontra l’enigmatico Julio Jurenito e di primo acchito lo identifica con il Diavolo in persona. Un diavolo ‘à la Bulgakov’, che beve birra, e però si schermisce: “No, scherzi a parte, io non sono il diavolo. Lei mi lusinga”. Il ritmo del racconto si muove attorno al personaggio di Julio Jurenito, misterioso messicano geniale e poliglotta, uomo di mille esperienze, la cui saggezza cela un nucleo amaro dietro un pungente scetticismo, profeta di una filosofia negativa che richiamerà al suo seguito una setta di devoti nichilisti. Tra costoro figurano: lo stesso Il’ja Ehrenburg, giovane e squattrinato scrittore russo molto critico nei confronti del suo popolo e del suo paese;Mister Cool, miliardario americano dall’eccezionale senso manageriale, portatore del verbo del dollaro e della Bibbia; Aiscia, dolce e ingenuo senegalese non ancora contaminato dalla corrotta civiltà occidentale; Aleksej Spiridonovič Tišin, intellettuale russo patriottico, astratto e intimista, perennemente assorto in trastulli esistenziali; Ercole Bambucci, libertino romano, scioperato di professione, italiano capace di restare a galla in ogni situazione; Karl Schmidt, razionalissimo tedesco determinato a portare ordine nel caos del mondo; e Monsieur Delhaie, edonista francese, viveur, attivissimo nel business delle pompe funebri.

julio

A interagire con i protagonisti, si alternano personaggi reali: da Diego Rivera a Pablo Picasso, da Vladimir Majakovskij a Charlie Chaplin. Nell’Europa in tumulto di quel tempo i nostri si prodigano a mettere rimedio ai disastri della guerra, poi acclamano la Rivoluzione d’Ottobre del ’17, colta dapprima con ingenuo entusiasmo, poi con grande allarme e disillusione. Julio Jurenito, prima di scegliere di morire a 33 anni “per un paio di stivali”, annoiato da un mondo che non accenna a cambiare le sue regole, guiderà la sua setta di comici discepoli attraverso le contraddizioni della storia, identificando il giogo politico con un bastone (non importa chi sia a tenerlo in mano) e l’intera società civile con un aeroplano che non vola, in attesa di un armonia ancora ben lontana da venire. E proprio in questo consistono i suoi insegnamenti: nell’imparare a escogitare originali strategie di sovversione dirette a colpire i miti tanto della vecchia società borghese quanto del “nuovo mondo” che si annuncia: religione e papato, Internazionale Socialista e nazionalismo, capitalismo americano e democrazia francese, arte elitaria e consumismo di massa, in una satira il cui sarcasmo è permeato di empatia. Ehrenburg esercita la sua ironia su religione, prostituzione, marketing, matrimonio, sterminio della razza giudaica, concorsi a premi, comunicazione giornalistica, procreazione assistita, ordigni di distruzione di massa, dissacrando ogni ideologia. Se il riso nasce dal contrasto improvviso tra l’idea e la realtà della sgangherata macchina sociale, esso si trasforma in sarcasmo per il mondo che appare irrimediabilmente illogico e cieco. E le ‘avventure di Julio Jurenito’, sembra ancora sia un libro da non perdere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto