Quando l’ambito fa il monaco

Avevo deciso di concedermi una vacanza rilassante. Stare lontano da tutto e da tutti per almeno una settimana.
Giunsi al monastero in una giornata che definire piovosa era poco.
Sull’uscio del portone sotto l’incessante e copiosa pioggia presenziava un monaco. Non aveva ombrello del quale io, invece, ero dotato.
Non mi fece neanche parlare che si presentò: <<Sono Fra Dicio. Oggi faccio io l’accoglienza. Deve sapere che sono l’addetto all’apertura e chiusura del portone d’ingresso quando imperversano pioggia e temporali>>.
In un baleno il frate evaporò.
Sentii immediatamente una voce. Un altro monaco che mi si presentava innanzi: <<Pace e bene. Sono Fra Sario. Il mio compito è quello di guidarla tra le nostre giornaliere frasi ricorrenti. Potrà in questo modo seguire i nostri ritmi e adattarsi alle nostre abitudini>>.
Ebbi, poi, il piacere di incrociare un altro monaco. Lo vidi rientrare dal portone d’ingresso con il saio tutto sporco, il volto pieno di fuliggine, i capelli unti. Non mi si avvicinò ma da lontano esclamò il suo nome: <<Io sono Fra Diciume>>.
Capii che era il monaco che si occupava del ciclo dei rifiuti del monastero.
In contrasto con la scena precedente mi raggiunse un ottimo odore. Mi affacciai ad una porta e vidi una immensa cucina. Era governata da un monaco ben in carne che notandomi si presentò come Fra Gola cuoco e, aggiunse, mangione della fraternità.
Dal fondo dello stanzone-cucina sentii provenire rumori di stoviglie ed altri non ben definibili. Il frate cuoco mi disse di non preoccuparmi: <<Sono sempre loro due. Fra Casso che durante il lavaggio degli utensili ne rompe sempre alcuni e Fra Na, un incallito combinaguai>>.
Mi incamminai per un corridoio poco illuminato. Incrociai un monaco che avanzava a stento e tossiva molto. Mi affiancò Fra Zione, che trattava tutti come nipoti, spiegandomi che il monaco lentopede e malaticcio era Fra Gile.
Sempre Fra Zione mi indicò nella penombra un gruppo di monaci che stavano in cerchio e ragionavano tra di loro. Me li indico uno ad uno: <<Quello è Fra Inteso. Si lamenta con gli altri perché non viene capito. Accanto a lui c’è Fra Tricida dedito sempre alla lettura ed ai ragionamenti sul romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”. Chiaramente l’altro monaco, Fra Stornato, non riesce a seguirli e deve anche fare attenzione a non finire sotto le grinfie di Fra Udolento che ogni tanto ricade nel vizio per i raggiri come prima di entrare in convento. Infine, quello più staccato dal gruppetto è Fra Se il monaco meditabondo>>.
Volli allora fuggire da quello che solo apparentemente era un’oasi di pace.
Con una scusa mi feci indicare da Fra Terno dove potessi giocare dei numeri al lotto nei pressi del monastero.
Uscii e non vi feci più ritorno.

(Mic L’ape 🐝)

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