Questo meteo non è un meteo

Tutte le mattine, quando apre la sua finestra, la donna guarda fuori e non si accontenta del solito panorama, dell’impressione che le dà. Osserva il tempo: è tanto che è qui e ha imparato tutte le variabili. Poi, siccome lo spazio che vede è quel che è, va a sbirciare nei posti che la possiedono, anche se non è là. Da lei è grigio e invece, lì, c’è il sole e sente quel calore che le serve. Con la macchina del tempo raggiunge gli spazi del sogno e del passato, il futuro che vorrebbe. Si mette davanti al mare, annusa nella memoria quel che vede, cerca nelle nuvole il vento che le piace, si ripara dall’uragano che sconvolge quella costa. Poi va in cucina a fare il caffè, forte e dolce. Bello navigare e raccogliere nella rete gli altri tempi e gli altri spazi di sé.

Tutte le mattine, quando apre le imposte della sua finestra, il capitano guarda fuori. Il tempo che fa, lo osserva e lo annusa, prevede come evolverà. È tanto che sta qua e conosce tutte le coordinate. Poi, siccome lo spazio che vede è quel che è, va a sbirciare nei posti che lo possiedono, anche se non è lì. Dov’è grigio, dove c’è la neve e sente quel calore che gli serve. Naviga dal presente, raggiunge gli spazi del passato, il futuro che non sa. Cerca nella memoria quel che vede, prevede dalle nuvole il vento che lo spingerà via, cerca sotto costa rifugio all’uragano, osserva il gioco delle correnti. Poi va in cucina a farsi un caffè, forte e amaro. Si porta dentro un altro tempo, un altro spazio.

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