Il Re d’Inghilterra e il Conte di Condom

‹‹E quindi Maestà, se posso permettermi l’ardire, credo di aver risolto il Suo augusto problema››.

Carlo II, Re d’Inghilterra, pendeva dalle labbra del Conte di Condom, medico di corte.

La situazione era diventata insostenibile: una calca di questuanti bionde e ben dotate bussava al lato nord del Castello. Al lato est un gruppetto di signorine discinte reclamava a gran voce il potente sovrano. Ma la situazione più seria era alla porta meridionale, dove una folla di villici inferociti protestava, pronunciando epiteti ingiuriosi contro la Maestà del Regno. Insomma, Carlo II era accerchiato.

Il problema del Re ormai era di dominio pubblico. Al mercato si discuteva animatamente di misure, posizioni, penetrazioni tra le linee nemiche, e più di qualche donna fu colta da svenimenti, data la delicatezza dell’argomento.

‹‹Parli, Dottore, le ordino di parlare, per Dio!››.

Carlo II era impaziente, una dama di gran classe lo attendeva per trascorrere un’ora del suo pregiato tempo. Il Conte di Condom si schiarì la voce: ‹‹Maestà, per ovviare al Suo problema ho predisposto questo… guanto, se mi perdona l’indelicatezza, che può fasciare il sì cospicuo attrezzo di cui si trova dotata la Sua augusta Maestà. È realizzato in seta preziosa, con un vezzoso nastrino per fissarlo alla base. Combina in sé i vantaggi di non disperdere il prodotto di tanta fatica e proteggere da quelle fastidiose malattie volgari che prendono il nome di mal francese e morbo gallico e, oltretutto, dopo un comodo lavaggio può essere riutilizzato››.

Carlo II si alzò dal suo trono ed esclamò eccitato: ‹‹Lei è un genio, Dottore! Per omaggiarla di tanto lavoro battezzerò questo prezioso indumento col suo nome››.

Il Conte di Condom soppresse un sorriso e si inchinò.

‹‹La ringrazio. Il mio unico desiderio è di servirla. La lascio ai Suoi pressanti impegni, e non si lasci scoraggiare dai nemici che bussano alle porte, Maestà. Tenga duro››

 

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