E il futuro, dov’è?
Caro Renzi, ero tra la folla alla presentazione del tuo nuovo libro. E’ stata una esperienza vivace e interessante.
S’è parlato del passato, del golpe ignobile (vedi Consip) che hai subito, delle calunnie di cui sei stato coperto. Forse, diciamo così, anche del fatto che, forse, hai sottovalutato la potenza delle moderne fake news sulle menti di milioni di persone nuove al web e alla sua capacità manipolatoria. S’è parlato del tuo governo, che era il migliore per l’Italia da decenni e decenni. Delle riforme più che giuste che hai realizzato, o almeno hai tentato di realizzare. Ma era il passato.
S’è parlato del presente, dell’attuale governo aldilà di ogni incubo, impegnato nella distruzione non solo dell’economia, ma anche della civiltà del nostro paese. Di qualunque valore, di ogni conquista.
Ma del futuro non hai detto nulla. Cosa ci aspetta? Cosa ne sarà dei democratici e riformisti, della sinistra liberale che guarda a te? Come faremo a salvare la nostra patria dall’innescare una catastrofe che potrebbe coinvolgere tutta l’Europa e la civiltà occidentale nel suo insieme? Quali sono i nostri compiti, qui e adesso, per un domani che non sia un incubo. Quali le parole d’ordine?
Sì, hai efficacemente battibeccato con Annunziata, che è quasi più narcisista e egocentrica di te, hai scattato selfie sotto il palco con gli ammiratori. Ci hai fatto ridere e piangere con la tua oratoria. Ma la politica dove l’hai lasciata?
Noi non ci stiamo a morire nazigrillini, né fascioleghisti – e nemmeno sotto la ferula komunista della Ditta rediviva. Allora, diccelo: Che fare?