Ricetta pakistana

Prendi uno stupratore pedofilo e sposalo, per sbaglio. Al primo accenno di bava verso tua figlia 17enne, vai a comprare: 6 pentoloni da 50 litri, 4 coltelli affilatissimi, un sonnifero e del tè. Come lui si cala i pantaloni mirando la bimba con occhi paterni (o quasi), offrigli il tè calmante, quindi strozzalo bene con lo spago per l’arrosto. Mondalo del cervello e buttalo via assieme all’anima.
Dopo l’ultima contrazione del piedino tremulo da soffoco, procedi come per l’aragosta ma con maggior pietà: gettalo nell’acqua bollente già spirato e fatto a pezzi non troppo piccoli. Fai attenzione a non sporcare il pavimento: i vicini potrebbero lamentarsi. Con l’aiuto del sottocuoco trinciante, lessa i brandelli (umani?) finchè siano irriconoscibili e tieni in freezer il tronco, di riserva per la prossima crisi economica. Durante il procedimento apri le finestre e spruzza molto incenso&sandalo (oro e mirra non sono adatti all’uopo, dato il mese). Prepara intanto la semola, i peperoni piccanti e ricontrolla il calendario.
All’arrivo della polizia locale servi ben caldo con abbondante sanguinaccio speziato in un orologio a cucù. Quindi sistemati lo scolapasta sulla testa e fatti intervistare Q.B. per chiarire che ti chiami Zainab Bibi e non Habibi. L’importanza dell’acca in amore è grande, specie quando un marito è così… buono. Auguri

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