Romani, adottiamo un tombino

Ci sono idee che ti vengono così, la mattina, quando magari sei ancora assonnato e non hai ancora fatto colazione.
Dovete sapere che noi qui, a Roma, viviamo da molto tempo una situazione surreale, da teatro dell’assurdo. Roba che fino a un giorno prima stai morendo di caldo, con lo spettro del razionamento idrico incombente, e quello dopo arriva l’acquazzone (ora lo chiamano bomba d’acqua) che, nello spazio di una mezza giornata fa più danni di Carlo in Francia. Il tutto in una ridda di accuse e controaccuse politiche, nella quale si distingue la fazione ora al potere, che doveva risolvere tutto in pochi mesi e invece nisba.
Ma qual era l’idea mattutina? Presto detto. Responsabilizzarsi, agire, ottimizzare. Fare in prima persona ciò che i tuoi rappresentanti manifestamente non fanno.
E allora?
Allora adotta anche tu un tombino. Un lurido tombino otturato, maleodorante e pieno di cartacce e foglie secche. Un tombino, trattato col dovuto rispetto e, vorrei dire, affetto, può regalarti molto più di ciò che credi. Può liberarti, una volta sturato e pulito a dovere, da un tot di problemi quotidiani che nemmeno te l’immagini, ma soprattutto arricchirà la tua vita regalandoti un senso di partecipazione, utilità sociale, appartenenza a una comunità virtuosa che non pensavi potesse esistere, in questa città abbandonata da Dio e dagli uomini.
Vedrai, tanti seguiranno il tuo esempio e l’armonia tornerà per incanto nella tua amata città, famosa nel mondo per la Grande Bellezza.
Adotta un tombino, e conterai molto più di un sindaco, di una sindaca o di un’intera giunta comunale, schierata al completo.

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