Marcella Duce era una romana di via della Lungara. Una romana vera.
Romeo Rodrigues Pereira era invece un giovane tenente dei carabinieri napoletano. Si sposarono nel 1940, mentre i venti di guerra stavano squassando il vecchio continente per la seconda volta nel giro di un quarto di secolo.
Tre anni dopo il loro matrimonio, Roma sta vivendo i giorni più terribili della sua lunghissima storia moderna. Gli alleati avanzano più lentamente del previsto, l’8 settembre del ’43 ha sparigliato le carte della guerra in modo drammatico soprattutto per l’Italia, che si ritrova in casa un nemico imprevisto: i tedeschi, resi più feroci dalla piega ineluttabilmente tragica che sta prendendo la loro folle guerra.
Nel 1944 Romeo ha ventisei anni e una faccia da ragazzo, ma è un ufficiale tutto d’un pezzo, già decorato con la medaglia di bronzo al valor militare. Ed è soprattutto un uomo vero, si prodiga in mille modi per proteggere e salvare i suoi soldati; in quel settembre cruciale organizza la difesa e la resistenza di Roma con coraggio leonino, rischia la vita ogni giorno senza esitare.
Marcella gli è accanto sempre. Si dice che il papà di Marcella fosse piuttosto sordo e che, a causa di ciò, non sentì la telefonata con cui i compagni tentavano disperatamente di avvertire Romeo che il cerchio si stava stringendo. Tradito da un delatore, Romeo finisce a via Tasso, nelle mani dei torturatori nazifascisti e Marcella è con lui. Condivide la sua sorte, soffre e resiste con lui, ma i due non parlano.
Per questo motivo Romeo Rodrigues Pereira viene fucilato alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944. Il quartiere romano della Balduina, quello intitolato alle Medaglie d’oro dell’ultima guerra, gli dedica una delle sue vie più lunghe e frequentate.
Marcella si è risposata, dopo la guerra. Ha avuto un figlio, il mio carissimo amico Guido, che mi ha raccontato la loro storia bella e terribile. Ha avuto una vita lunga, piena di cose da trasmettere a chi ha avuto la fortuna di conoscerla e di starle vicino, fino a quando, nel 2007, se n’è andata.
Ha tenuto sempre sul suo comò una foto di Romeo. Mi ha detto Guido che, guardandola, diceva sempre : “E’ strano, lo so. Ma per quel ragazzo di ventisei anni io oggi provo l’amore che si prova per un figlio”.