L’amore, quello vero, è una cosa senza età; è un’intesa nata al volo tra i bastioni di Milano. Un sapor di sentimento, quello puro, nuovo, tra chat e calamari, e le chiacchiere dal gusto eterno divorate tra vodka e champagne.
Come te nessuna mai, o forse due, magari tre, che nemmeno Moccia sarebbe stato più incisivo. Quelle sensazioni vintage, da sentirsi la Bardot, che per mano a Gigi Rizzi ride lungo la Croisette. E in mezzo a questo palco tu, l’istrione, il protagonista di un’opera d’autore, che le conoscevi tutte, ma questa la scrivevi.
Elegante fuori e dentro, in ogni particolare, il tuo fascino ostentato che però ti stava bene, inebriava i sensi ancor più del plateau royal di quel maledetto ristorante di Parigi.
L’amore vero era questo, tra di noi, tra risate e desiderio: la certezza di una felicità che aveva come colonna sonora il segnale di What’s up. E nessun dubbio, nessun’ombra dal passato o dal futuro. Il presente solo nostro, e tutti quanti lo sapevano, perché tu davanti al mondo, in silenzio lo gridavi.
«Scattati una foto, adesso, che tra anni la guardiamo».