Moccia, scusa se ti chiamo sindaco

Un programma coi fiocchi rosa. No, niente donne, non fraintendete. Quelle sono scomparse.  Ma volete mettere un nome tragicamente altisonante che stravince con l’89% dei voti di tutte le generazioni  che sognano l’amore in ogni declinazione e alla portata di chiunque? Per Federico Moccia, il miele del miele dei sentimenti, è stato un plebiscito. Questo è il vero senso della politica, riportare la cultura nelle amministrazioni, finalmente, mettere a capo di un comune un uomo di prestigio internazionale che ha venduto milioni di coppie dei suoi libri, che ha ispirato film da record d’incassi. Un uomo che ha sempre preso sul serio la letteratura, dettato e interpretato le emozioni comuni e introdotto la meravigliosa moda dei lucchetti disseminati dovunque. Ma, mi chiedo incuriosita, cosa farà uno scrittore semplicemente romantico per un paesino sperduto vicino a Chieti?. Rosello ha il sindaco fiorellino che si merita. Quindi già vedo  viali e piazze  cosparsi di fiori profumati che chiunque potrà raccogliere per donare all’innamorata, scuole rivestite di cuoricini adesivi, la consegna gratuita di lucchetti senza chiave da appendere l’uno all’altro dolcemente, fino a dare nuova vita a monumenti vetusti e antiquati. O abbellire costruzioni orrende. Sento già nell’aria , sparata da cannoncini stile fate l’amore non la guerra, un profumo che predispone al sorriso, piccoli chioschi dove recapitare letterine decorate con dentro tutti, ma proprio tutti, i problemi dell’amore perduto, ritrovato, incontrato e  mai dimenticato. E chi se ne frega delle questioni meno importanti del lavoro, della precarietà, della povertà. Qui tutto diventa metafora dei sentimenti. Alla posta del cuore risponderà lui, lo scrittore, che tutto sa dei moti adolescenziali, del salto generazionale, dei tradimenti e delle riconciliazioni. Rosello  sarà un’oasi aromatizzata, dove l’ottimismo diventerà lo zucchero della vita e trionferà nonostante  quelle noiose questioni quotidiane che rovinano l’esistenza. Basterà innamorarsi, perché per legge i cuori batteranno all’unisono e diranno le stesse parole, avranno gli stessi gesti e tutto ruoterà intorno alla ricerca dell’anima gemella. Un sogno? Macchè, l’Italia ha bisogno di favole. E sapete che vi dico, da scrittrice che non saprà mai raggiungere certe vette di comprensione del turbinio delle emozioni? Parto per Rosello immediatamente e chiedo la cittadinanza. Un’occasione così non si può perdere.

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