Seconda vita

– Hai scritto recentemente un libro intitolato “Il coraggio di cambiare vita”, hai formato un gruppo musicale chiamato “Seconda vita” ed è appena uscito il tuo album (Scusa se sono un poeta) che inizia proprio con la canzone “Vorrei una seconda vita”. Come mai un interesse così forte per questo argomento?
Umberto Longoni, psicologo, scrittore e cantautore, al termine di una seduta di registrazione, stanco ma soddisfatto, racconta di sé.
– Noto che in questa società, dove la vita si allunga, a qualsiasi età è possibile crearsi e inventarsi nuovi obiettivi. È ormai abbastanza diffuso trovare il coraggio per improvvise o meditate svolte esistenziali, sentimentali, professionali o per realizzare vecchi sogni nel cassetto.
– La seconda vita ha quindi poco a che vedere con la terza età?
– Secondo me il termine terza età è obsoleto e riguarda un’epoca molto diversa da quella in cui viviamo, perché oggi si può essere giovani indipendentemente dall’età anagrafica, basta continuare a coltivare entusiasmi e sogni.
– Ma la vita che noi abbiamo non è solo una, caratterizzata da numerose scelte?
– Beati i gatti che ne hanno sette! La vita è una, certo, ma le possibili svolte sono tante. Quando una svolta è radicale dà un colore così diverso all’esistenza che sembra cambiarla radicalmente, creando un solco nei confronti del passato.
– È quello che sta accadendo a te?
– Sì, ho deciso di concedermi un’altra opportunità che fa parte di un sogno antico. Mi riferisco alla mia passione per la musica che da giovane rappresentava un’importante possibilità professionale, dato che collaboravo assiduamente con Daniele Pace, autore di notissime canzoni. Avevo un contratto con una casa discografica importante e scrissi un pezzo per Gigliola Cinquetti che ha girato il mondo.
– Come mai questo tuo percorso si è interrotto?
– Una serie di eventi sfavorevoli, l’attività che avevo già iniziato nel giornalismo, i miei studi universitari mi hanno allontanato da quel mondo e più tardi ho iniziato a svolgere la professione di psicologo e scrittore.
– Ma la passione per la musica non si è mai spenta…
– Assolutamente no, per anni ho aspettato un momento favorevole.
– Perché e quando è arrivato?
– L’aver trovato il coraggio di rimettermi in gioco musicalmente e di salire su un palcoscenico, come recentemente ho fatto al teatro Manzoni di Milano, è stata la spinta determinante. Il momento è arrivato quando si sono create particolari condizioni: l’incontro con Tony Dresti, ex bassista di Battiato con cui ho formato il duo “Seconda Vita“, e quello con Roby Matano, oggi direttore artistico della Saar Records, artefice in passato anche del successo di Luigi Tenco, Lucio Battisti, Paolo Conte e tanti altri.
– Come ti collochi nell’attuale panorama musicale?
– Il nostro genere è cantautoriale, amo curare particolarmente i testi dei brani che scrivo; con Tony Dresti ho creato un duo che punta su melodie che abbiano un’anima e comunichino emozioni.
– Sarà un percorso denso di difficoltà, avete messo in conto possibili delusioni?
– Sì, ne siamo perfettamente consapevoli, anche se l’inizio è positivo dato che il videoclip del brano Scusa se sono un poeta, ha avuto circa 53000 visualizzazioni. In ogni caso se le cose non andassero come speriamo, abbiamo fiducia in una “Terza Vita”!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto