Ma come? A quest’ora?
Perché, c’è un’ora particolare per farlo?
Non so. Sono le tre del pomeriggio!
È la prima volta in vita mia che incontro un maschio così restio a farlo!
Perché gli altri maschi ti hanno sempre detto sì?
Certo!
Anche alle tre di pomeriggio?
Anche alle tre di pomeriggio!
E va bene! Non voglio essere da meno. Dove ci mettiamo?
In salotto. Sul tappeto di canapa. Vieni!
Ma come è già tutto pronto? Sapevi che ti avrei detto di sì!
Io so sempre tutto. Dai! Cominciamo. Tocca a te. Ah! Non così! Delicatamente. Il contatto deve essere leggero, quasi impalpabile.
Ma come faccio. Io ho le dita grosse. Per te è più facile.
Prova a inumidirle un po’. E non fare tutti quei contorcimenti! I movimenti devono essere naturali.
Così? Che ti sembra, eh?
Caspita! Però, che bravo!
Di’ la verità, non te l’aspettavi?
In effetti no. Mi comincia a piacere giocare con te.
Continuo?
No! Le regole vanno rispettate. Ora tocca a me. Guarda di cosa sono capace. Tu hai toccato, io sfiorerò. Tu hai tastato come se camminassi al buio, io accarezzerò. Sarò il brivido che rimane dopo una folata di vento. E senza che te ne renderai conto, in un lampo, il gioco sarà mio!
Mi fai paura. Ah! Che tocco! Sei imbattibile. Capisco perché hai tutti i maschi ai tuoi piedi. E non ti fermi più! Hai visto?
Ecco fatto. Ho vinto!
Vabbè, è inutile contare.
No. Contiamo! A Shangai non si fa mica una sola partita. Almeno tre. Bene: io ho conquistato tre bastoncini blu, quattro verdi, sei rossi e tredici gialli, per un totale di centosettantuno punti. Tu quindi hai fatto…
Ovvio, sessantanove!