Sesso, Web e Illusioni

 

Dopo anni di grigi rapporti sessuali alla missionaria, della durata massima di 5 minuti compreso il suo orgasmo in rigoroso silenzio, ho deciso: farò sesso virtuale. Tutte le mie amiche l’hanno fatto, manchiamo all’appello io e Costanza.

Costanza è suora laica dentro, non lo farebbe mai. Io suora laica non sono, voglio provare l’esperienza più eccitante e l’orgasmo più travolgente della mia vita.

Prima fase: scelta dell’essere umano di sesso maschile disponibile a folleggiare in chat-webcam. Dando un’occhiata alle mie amicizie maschili virtuali credo, a naso, che ce ne siano diversi. Dopo aver scartato un bel po’ di uomini, direi tanti, ho trovato lui, moro sulla quarantina, più giovane, più attivo, fisico niente male.

Seconda fase: corteggiamento seduttivo ingenuo, foto sexy ma di qualità. Inizio a cliccare mi piace sulla sua pagina. Passaggio successivo, commenti arguti sulla sua bacheca. Dopo soli tre giorni arriva il primo Messenger. Glisserei sulle solite frasi fatte, ma la fantasia dove è finita? Però per quanto siano frasi fatte, debbo ammettere che ci sto prendendo gusto. Tutte le sere aspetto che mi scriva, le ore si fanno piccole, le occhiaie giganti.

Terza fase: il giorno dell’incontro in web, il sospirato sesso virtuale, domani nel pomeriggio, non c’è la moglie. Fermata d’obbligo al negozio d’intimo per comprare mutandine e reggiseno in pizzo abbinati, autoreggenti in seta con la riga, négligé trasparente, la sagra dei clichés.

Prima dell’incontro, obbligatorie le prove per vedere in quale posizione non si vedono i rotoli di ciccia sulla pancia. Mai mettersi di 3/4; tirandola indietro senza respirare sembra quasi piatta, ho scritto anche un post-it per ricordarmi di non fare movimenti con le braccia, carne tremula. Tener dritta la testa così non si vede il doppio mento. In pratica, una statua di marmo.

Quarta fase: chat, con webcam. Non assomiglia a quello della foto; o, meglio, è lui ma 20 anni e parecchi chili dopo. L’ormone che girava a mille è sceso a 500. Mi osserva in silenzio, per darmi un tono mi accendo una sigaretta.”Che fai fumi?. Io non fumo, il fumo fa male” Oddio il salutista! Tasso ormonale sceso a 250.

Si gira un attimo, riprendo fiato lasciando andare la pancia, stavo soffocando. Iniziamo a parlare ci rilassiamo, anche se sento il suo sguardo nella scollatura. E’ chiaro che non gl’importa nulla di quel che dico. All’improvviso, senza nemmeno un preliminare: “fammi vedere le tette”. Tette? Tesoro, le mie non sono tette di mucca da mungere, ho un seno da sballo. Non accetto il termine tette dagli sconosciuti.

Sto facendo la figura della verginella, dai forza ce la puoi fare. Con finta noncuranza inizio a sfilarmi il reggiseno, sento il suo respiro che diventa ansimante, via il reggiseno. “Dai inizia a toccarti i capezzoli, fammi vedere quanto ti piace”. Oddio così a freddo senza nemmeno un po’ di riscaldamento, niente è inturgidito, comunque ci provo. “Muovi la lingua”. Oh ma quante cose devo fare da sola.

Su non ti lamentare, impegnati. Capezzoli, lingua, ansimare; capezzoli, lingua, ansimare, mento in su pancia in dentro; ecco brava così. Ogni tanto perdo il ritmo, devo essere sincera, mi scappa la pipì e da ridere, fra le due non so quale sia peggio.

Mentre mi sta dicendo imperioso: “Togliti le mutandine”, puff, cade la connessione. Buio totale. Porca miseria ladra. Provo e riprovo a connettermi. Niente, nessun segno di vita.

Chat interrupta.

 

 

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