Sono vecchia grassa malata e soffro di iperacusia. Odio entrare nei negozi firmati e firmanti, con relativa musica a palla, commesse spitinfie e taglie 38. Inoltre sono di una avarizia patetica.
Qui a Roma sotto casa, in via Cola di Rienzo, le bancarelle mi servono alla perfezione, in relativo silenzio.
Spesso gli indumenti sono di aspetto carino. I cinesi hanno una gran fantasia.
Accorgimenti:
a) uscite di casa con maglietta aderente e gonna ampia e lunga: così potrete provare l’indumento senza spogliarvi in mezzo alla strada.
b) palpate bene l’oggetto. A volte, per quanto attraenti, quei pantaloni a scacchi con l’elastico in vita (perfetti per chi ha vita larga e fianchi inesistenti), sono fatti in cartone masticato. O in plastica sgrumolenta.
c) specchiatevi senza vergogna nella vetrina della boutique antistante, dai prezzi focosi. Potete anche farle una linguaccia.
d) se vi restano dubbi, comprate un solo item. Correte a casa, a provarlo sul serio, e poi tornate giù sempre di corsa, e prendetene dieci copie, in tutti i colori. Altrimenti non lo troverete mai più. In genere i cinesi quando un oggetto vi piace smettono di produrlo IMMEDIATAMENTE.
Conclusione: non mi sono mai pentita di un acquisto bancarellaro. Dopo 10 anni ancora conservo uno scamiciato giallino francese acquistato, usato, a Bonassola, per due lire.