Tanta voglia di shopping

 

Era il 17 gennaio. Lo stipendio sarebbe arrivato il 23.
Le restavano sette giorni e cinquanta euro più qualche spicciolo.
Sempre la stessa storia, da quando si era separata e il marito le aveva lasciato solo una vecchia Audi che beveva come una spugna. A proposito, doveva fare gasolio, almeno dieci euro, per poter andare a lavorare.
Quanto fa quaranta diviso sette? Poco, troppo poco.
Ci stava il latte, ci stava il pane. Faceva fatica a rinunciare alla frutta e quindi avrebbe comprato una retina di arance al mercato, che costavano meno.
La regola che si era data era di spendere la cifra disponibile, giorno per giorno, niente di più. A volte dopo il lavoro restava in casa, per evitare tentazioni. I soldi erano sempre stati il suo punto debole, non era capace di tenerseli neanche quando ne aveva avuti tanti.
Ad ogni modo il latte c’era e anche il pane, quello avanzato il giorno prima. Quando non aveva altro, la sera mangiava pane e marmellata, beveva un bel bicchiere di latte e se ne andava a dormire, a volte a piangere.
Se un giorno riusciva a non spendere niente, l’indomani poteva raddoppiare. Si concedeva un caffè al bar, un euro. Magari un cioccolatino, quelli belli tondi che si scioglievano in bocca: settanta centesimi.
Aveva lo stesso piumino lungo blu da almeno sette anni, glielo aveva regalato la sua amica, quella che le passava un po’ di tutto: le uova, il vino, l’olio, il parmigiano, ogni tanto un salame, qualche etto di prosciutto. Erano amiche, sorelle di vino, si dicevano. Avevano viaggiato insieme, comprato vestiti, cenato nei ristoranti alla moda. Si erano sostenute, si sostenevano, nei momenti felici e in quelli disperati.
Per fortuna avevano fatto a turno. Ora era lei, Anna, che toccava il fondo. Era stanca, aveva rotto le calze, da due giorni portava la smagliatura all’interno della coscia perché non si vedesse. Quando le lavava, stava attenta a che non si smagliassero del tutto. Ma domani ne avrebbe comprato un paio nuovo.
Cinquanta denari, coprenti, in microfibra, belle robuste, quattro euro e ottanta.

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