Si spengono le luci

È successo giusto pochi giorni fa. Stavo andando al lavoro e l’immagine mi ha fatto fermare.
Sarà perché qui abito da quasi due anni ormai. Sarà perché, nel bar che vi è accanto, ci vado da sempre.
Oppure, semplicemente, perché lì dentro di film ne ho visti parecchi.
Certo, la doppia sala era chiusa dai tempi del covid. Eppure. Eppure, forse per quella atavica speranza che in fondo alberga sempre dentro di me, era bello immaginare che, un giorno, si sarebbero nuovamente aperte quelle porte.
Invece, invece no.
Invece ti capita di passare e di vedere il porta caramelle impolverato, di fissare le orme di chi è appena entrato e ora sta pulendo ciò che resta di cosa fu.
E poi le sedie. Le vedi sulle spalle di un operaio entrare in un furgone.
Ed allora un brivido corre lungo la tua schiena. E pensi che, in fondo, è così che si pone fine ad una parte del passato, ma anche, purtroppo, ad un luogo di aggregazione.
La sensazione di vivere in prima persona cosa Giuseppe Tornatore raccontò così bene in Nuovo Cinema Paradiso.
Una delle mie canzoni preferite dice: arrivederci, dammi la mano e sorridi (clicca qui )
E chissà che, un giorno, quelle due mani non possano unirsi nuovamente.
Proprio mentre si spengono le luci in sala.

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