Sono, infine, sul treno; in viaggio. Stanotte ho dormito pochissimo, come quasi sempre quando l’indomani parto. Il solito primo caffè è riuscito solo a mettere in moto la macchina collaudata del pronta?via!, ma non mi ha davvero svegliata.
Chiusa a memoria la porta di casa, messo il rossetto in ascensore, distribuiti i pesi, sono uscita nel bagnato del buio delle ore 6.56. Il bus stava arrivando, ho capito che se non avessi corso a perdifiato, l’avrei perso e forse avrei perso anche il treno.
Confidando in non so quale risorsa, mi sono messa a correre, pur guardando attenta dove le mie, comode ma cool, scarpe tricolori toccassero il suolo insidioso per foglie morte o agonizzanti.
Uno dei gentili conduttori della linea deve avermi vista caracollare verso la fermata, impedita da borsa borsetta piumino anni e mi ha aspettata con le porte aperte. Salvando il tutto di cui sopra, quasi cadendo sul pavimento, ci sono magicamente salita al volo.
Dopo aver ringraziato il conducente gentile e anonimo, mi sono seduta nel bus pieno di MenGoingToWork e mi sono accorta di avere un po’ di fiatone, poco.
La cosa buffa è che me ne sono stupita, ma ce l’avevo fatta e adesso sono seduta al posto 9c carrozza 3 del FrecciaRossa e, prima ancora di guardarmi intorno, ti scrivo dal mio Smartphone e ti auguro… Buongiorno