P er ovvi motivi non ha avuto grande risalto mediatico, ma è recente la notizia del sequenziamento del DNA Neanderthaliano. Con lo stupore degli scienziati si è constatato che abbiamo tra il 2 e il 4% del suo DNA. Ebbene si. Non si è estinto e non l’abbiamo ucciso, almeno non tutti. Questo matrimonio “s’ha da fare” avrà detto un bravo del tempo. Il risultato è stato un uomo nuovo che si è espanso come mai prima portando con se il suo corredo di autismo, schizofrenia, iperattività e tanti altri “disturbi”. E già, perché tra i geni sopravvissuti fino a noi, contro ogni previsione selettiva, ci sono proprio quelli. Sarà vero il detto “non tutto il male vien per nuocere”? O sarà che il genio, vantato dall’Homo Sapiens contro il resto del mondo animale, trae origine da quel pizzico di follia che ci ha contaminato? Sarà stata, allora, un estroverso Cromagnon ad innamorarsi della solitaria Neanderthal? O una intraprendente Cromagnon ad innamorarsi dei sognanti occhi azzurri del (bel) Neanderthal? Una cosa è certa, e mette in ombra ogni reminiscenza di superiorità razziale: siamo tutti bastardi.