“Il grande Bob” (1954) uscì nel settembre ’62 nella collana “L’altro Simenon” (Mondadori, 200 pp., 1600 £) per la traduzione di Elena Cantini, la quale prese un granchio colossale a pagina 65: “Andiamo dagli Untel.” … che sarebbe invece la notissima famiglia Tal-dei-Tali!
A pag. 101 sbagliò ausiliare: “… credo di aver arrossito.”
E a pag. 176 scrisse ‘pressocché’, ma non è grave.
Invece è l’Autore a fare un errore anagrafico, confondendosi e confondendoci sull’età del protagonista: a pag. 86 Lulu racconta alla voce narrante Charles che con Bob si erano conosciuti nel 1930, quando lei aveva circa ventun anni e lui tre o quattro di più. A pag.103 la stessa precisa che erano stati “felici insieme per ventitré anni”, quindi l’azione si svolge nel ’53; però a pag. 127 la moglie di Charles sottolinea come Bob “abbia aspettato di avere quarantanove anni” per suicidarsi: per cui i conti non tornano: 1953 – 49 = 1904 + 24 = 1928, ma in questo modo Bob e Lulu si sarebbero conosciuti due anni prima di quanto narrato.
Lo scorso febbraio Adelphi ha pubblicato la traduzione di Susanna Mambrini dello stesso testo, in 166 pagine per 19 Euro (il volume Mondadori del ’62 ne vale adesso 80), consentendoci di confrontare criticità e soluzioni adottate oltre sessant’anni dopo.
I fantasiosi Untel sono diventati ovviamente i Tal dei Tali, arrossito ha ripreso il suo ausiliare essere e pressocché è proprio scomparso. Una curiosità è data dall’intercalare tipico del Grande Bob: per Cantini era “Cose da pazzi !”, invece per Mambrini “Che spasso!”. Entrambe scelgono poi di stupire il lettore con “una dozzina di annegati, vivi e/o morti” (?!). E infine dove Cantini scrive “grossa borghesia” e Mambrini “grande borghesia”, noi propenderemmo per “alta borghesia”.
Ma tornando alla questione cronologica, a pagina 20 di entrambe le versioni viene specificato che Bob e Lulu erano nati lo stesso giorno, il 27 luglio, ma a tre anni di distanza; quindi Simenon si conferma impreciso anche per Adelphi, poiché a pag. 93 fa dichiarare a Lulu: “Aveva quattro anni scarsi più di me” (Mondadori a pag. 107: “Aveva solo quattro anni più di me”).
Errori e imprecisioni (poco rilevanti) a parte, ho odiato il mambriniano “che spasso!”. Che palle!