Luna piena stanotte. E notte tenera, di quelle che non possono celare.
Non che io volessi nascondermi, cercavo solo un letto accogliente, per riposarmi.
La solitudine stanca.
E se l’uomo che ami, senza ragione, d’improvviso con disprezzo ti respinge e se l’uomo che ami, per un’inspiegabile follia, uccide tuo padre, allora sei sola.
Ma adesso va meglio. L’ho trovato un letto accogliente, con vista su una luna che sembra una ciambella senza buco. Ed è pure omaggio.
Mi troveranno distesa qui. E a nessuno importerà. Diranno solo: ”D’altronde era impazzita, anche lei”.
Ma io so la verità: ero sola. Non pazza. Pazza no. Sola.
Dalla mia finestra indagavo la luna alla ricerca incessante di una piccola consolazione. Lei era perfetta. E come la perfezione, fredda e distante. Altera. Sono sicura, aspettava che mi addormentassi per scivolare verso il balcone, insinuarsi di soppiatto e soffiarmi nell’orecchio il mio nome, con la voce da strega della notte.
Era regina dei miei incubi.
Ma adesso che sono qui, che qui è davvero per me il nido, lei è diversa. Veglia il mio sonno con premura da mamma e ricerca nella memoria le parole di una vecchia ninna nanna. Ora che riposo immobile in fondo a questo ruscello, lei è così calda e vicina che vorrei farmi allattare. La vedo galleggiare rotonda sopra di me, sull’acqua scura che mi avvolge e mi sento finalmente sicura.
Non sono più sola.