Novembre
Potessi scordare quant’ero felice il ricordarmi il dolore farebbe più lieve ma rammentarmi dei Fiori mi appesantisce il Novembre finché […]
Potessi scordare quant’ero felice il ricordarmi il dolore farebbe più lieve ma rammentarmi dei Fiori mi appesantisce il Novembre finché […]
Memoria Gli uomini vanno e vengono per le strade della città. Comprano cibo e giornali, muovono a imprese diverse.
Il miracolo noi non lo conosciamo. Degli uomini dei nostri gatti. Il mio mi salutò per sempre in quel pomeriggio
L’albero addobbato, lucine intermittenti, i vetri appannati di una finestra. A è seduta sul tappeto e rovista tra i regali.
L’ingresso della casa in cui sono cresciuta aveva le ante di vetro. Allora non c’erano i ladri, niente porte
Ero lì, al vertice del Pci quando il “tramonto” arrivò sul serio, implacabile e definitivo. Dopo eventi di quella portata,
Un alone bianco offusca il panorama. Colpa della carta patinata. Inclina il depliant e l’ombra fa risplendere i colori. Una
Lei ha smarrito la sua identità. L’Altra è la sua memoria. Scavano: ogni volta è come calarsi in una miniera.
Papà lavorava a Campobasso, i miei genitori ancora si volevano bene, così io e mamma qualche volta lo accompagnavamo. Lì
Václavské námĕsti: il cuore della città ora come allora. Sembra solo una strada larga che sale fino ai piedi
I piccoli gomiti appoggiati sul grande bancone adibito al taglio delle stoffe. Tanto piccola da aver bisogno di uno sgabellino, uno