Il paese degli acronimi
Iniziammo con l’I.V.A. nel 1973, si ricordano ancora le interviste per strada e la fatidica richiesta : – Cosa […]
Iniziammo con l’I.V.A. nel 1973, si ricordano ancora le interviste per strada e la fatidica richiesta : – Cosa […]
Una parola sa essere bella, se ne sta sospesa, solitaria, e brilla nel buio come una stella. La tiri giù
Sbaglio tempi, modi, gesti. Sento i pensieri che arrivano come treni, non sempre veloci, ma potenti. E deragliano,
«Giacchè, caro Fedro ─ scriveva Platone ─ la scrittura, in ciò somiglia davvero alla pittura, presenta questo difetto: che i
Le parole, anche le parole che elogiano, accarezzano, avvicinano, sottostanno spesso al maleficio dell’inadeguatezza Premature o sfibrate dal ritardo, troppo
Per una coincidenza come tante nell’elegante ufficio di un notaio a fianco d’una giovane stampante si ritrovò un antico calamaio.
L’anno scorso il tasto delle maiuscole decise che non ne voleva sapere più di me. Poco male, pensai. Lo
Ai tempi in cui Berta filava, nella splendida cornice dell’asilo Mariuccia, si riuniva un’armata Brancaleone. Erano persone pronte ad
Per cominciare basterebbero i nomi: lei, la protagonista, l’aspirante scrittrice famosa Edgarda Solfanelli. E gli altri, i comprimari e antagonisti:
Se il participio passato di vendere è venduto, immagino che quello di tendere sia tenduto. Invece no. Se quello di
“Ma chi cavolo sei?” “Chi sono? E che vuoi che sia. Sono un acronimo…” “Un acronimo?” “… Ellerì – prosegue
Comincio a scrivere, poi abbandono. Mi lascio andare nei troppi fatti e pensieri che riempiono le mie giornate, tutte. A