Teach your children

Teach your children well… così ci spronavano Crosby Stills Nash & Young. Pezzo intramontabile! Già, facile per loro invitare il mondo ad ‘insegnare bene ai figli’. La storia ci dice invece che come la fai sbagli. E per giunta ogni figlio è diverso anche se uscito dalla stessa linea di produzione e ciò che ha funzionato con un figlio puoi star certo che che con un altro è un fallimento.
Mi sto rivolgendo a noi genitori, ma in fondo anche ai figli che siamo stati.
Non abbiamo imparato granché. Ci illudiamo quando ci diciamo allo specchio: “IO quegli errori lì non li farò mai”. La parola MAI quando si parla di figli bisognerebbe dimenticarsela. Forse la parola giusta è SEMPRE. Li ami per sempre continuando a navigare a vista. A poco vale il confronto coi colleghi, gli altri genitori-ex figli, perché loro sanno sempre quello che è giusto per te, ma continuano a sbagliare come te. Forse la parola magica è TROPPO.
Troppe aspettative? Troppo amore? Troppo distacco? Troppa indifferenza? Troppa presenza? Troppa severità? Troppa tolleranza? Il rischio è un figlio anaffettivo, insicuro, con poca autostima, poco autonomo, arrogante, supponente, maleducato, superficiale, pigro, disordinato.
Col tempo molti di noi realizzano stupefatti di avercela fatta e che i loro figli sono diventati delle belle persone.
Tuttavia la sfida più grande rimane: troppo poco dialogo! Allora tu ti affanni e parli, spieghi, analizzi, proponi, solleciti, domandi e aspetti una reazione. Di solito si esplicita con un: ‘Ciao, io vado’
Segue il tuo laconico: ‘Ma come esci? Ti stavo dicendo…’ troncato da un secco ‘dai mamma/papà, non asciugare (traduzione: non seccare). Dai vado, mi aspettano, torno presto!’ (la grande bugia, il falso storico) Ma con chi vai?
Uffa, i soliti no?
Già, i soliti… ignoti.
Helplessly hoping … sempre Crosby Stills Nash & Young, perfetti e in sintonia.

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