Sono entrata in questa ricevitoria e mi sono vista in un paese incantato, circondata da numeri, numeri, tanti numeri. Che numeri gioco? La data di nascita? Il sogno fatto? L’età dei miei genitori? No, mi gioco la data di un evento, la data della guerra? Il numero dei morti ?
E così ogni volta che mi avvicino a quel banco e chiedo: scusi ha una biro ? Sì signora, è lì vicino a lei, legata con lo spago, eh sì, legata con lo spago perché la rubano! C’è chi ruba la Bic nera, forse presagio di fortuna, quante mani l’hanno afferrata e quanti numeri ha scritto, se potesse raccontare. La biro della fortuna, eppure mi serve proprio.
Vai a capire se lì in ricevitoria siamo ricchi o poveri, vai a capire se saremo fortunati o sfortunati. Intanto dobbiamo abbandonarci, sperando che il destino patteggi per noi o che qualche nostro caro, mancato, voglia la nostra ricchezza.
Ah dimenticavo devo scegliere la ruota della fortuna, quella dietro casa ? Quella dei sogni ? Signore mi aiuti lei, io mi chiamo Daniela e nessuna ruota è con la lettera D. E buona fortuna ai lettori di questa breve storiella popolare.