Terre Alte

Il mio cuore è nelle Terre Alte, e penso sempre di tornarvi. Non ho molti ricordi, ma immagini precise che non mi hanno mai abbandonato.
Sono un pellegrino, la terra non ha quasi più segreti per me, mi sono preso il mio tempo. Per questo ho intrapreso questo viaggio che credo sia l’ultimo.
Vado a stabilirmi nel luogo dove sono nato, dove la luce resiste perfino alla notte, sei mesi di inerte bellezza, sempre a sé uguale, sempre fisso è l’occhio remoto del sole. E la notte, alla quale non possiamo sottrarci, per il resto di un anno durissimo e freddo.
Ho nostalgia per l’anello dei laghi in fondo alle valli, per le nebbie sfuggenti dell’aurora. Ho nostalgia, è quella che muove le gambe di un pellegrino e gli rifiuta una meta.
Da giovane ne sono disceso, la mia terra era una cima soffocata dalle nubi. Quello che volevo incontrare allora era il mare, e sono andato verso un regno grigio, arido, il vento e la pioggia sono simili a un canto ininterrotto, non privo di una sua fredda poesia.
Ho attraversato il mare per raggiungere altre terre, e altri uomini, e altre parole. Ho girato in cerchio, ora ritorno. Di tanto cammino ho fatto la mia solitudine, e del ricordo di un amore la meta.
Eccomi. Mi vengono incontro sorelle e amici, e padre e madre, e ogni sorta di gioia infantile ancora racchiusa nelle gelate del mattino.
E’ sempre freddo lo sguardo del cielo, è sempre intatto il desiderio. E’ sempre ardente la nostalgia.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto