L a specie umana sul pianeta Terra è ancora divisa in maschi e femmine e non ravviso segnali di passaggio ad uno stadio evolutivo superiore, come la nostra wurzosphera rotante riproduttiva. Alcuni maschi anziani, ai quali le intemperie hanno irrigidito le membra, incanutito i capi e inflaccidito i ventri, invece di ritirarsi a meditare sull’ellisse rotante dell’universo, si dedicano ancora all’accoppiamento con giovani femmine ad essi sacrificate, che si deformano artificialmente il corpo, si gonfiano le labbra, si allargano i seni e si assottigliano gli occhi. Altro che le maschere dell’astroparata dello Stolto Wurtz! Quando lo ho viste esposte come esempio anche dentro la scatola delle immagini in movimento, esibendo le loro deformità e le loro estrose calzature, ho tanto riso che mi sono sgorgate dai globi vedenti gocce di liquido salato che qui chiamano lacrime. Poi ho provato la malinconia e ho dovuto cercare la nostra galassia nell’angolo nascosto del cielo.
Le femmine più esperte nell’arte dell’accoppiamento vengono selezionate per alti incarichi, è diffusa infatti la credenza che con la loro abilità in quest’arte acquisiscano anche la capacità di fare tutto il resto. Inutile cercare di spiegare ai terrestri che dovrebbero impegnarsi a scongiurare il collasso gravitazionale dell’universo. Ti rispondono col verso del picchio dei ghiacci: “Chestaiaddì?” e continuano a praticare l’accoppiamento, in particolare con i cosiddetti “onorevoli”, nella convinzione di raggiungere in questo modo un più alto livello di conoscenza.
Non capisco cosa aspettiate a disintegrare il pianeta.