In tempi di astensione dal calcio e da qualsiasi altro sport, cade a puntino una nuova serie Tv trasmessa su Netflix: “The English game”, sei episodi ben fatti sulla nascita del gioco del calcio in Inghilterra. Ambientato nel 1870 racconta la vera storia di Fergus Suter, primo giocatore professionista in Gran Bretagna. All’epoca il football era appannaggio della upper class, degli studenti di Eton e dei più grandi college inglesi, che si passavano la coppa giocando tra di loro. Non c’erano regole precise, tranne quelle decise e imposte dal gruppo dei leader, fatte a pennello per vincere sempre e comunque tra “gentiluomini”. La classe operaia era tagliata fuori. Quando mai quel gruppo di proletari che lavoravano come bestie 12 ore al giorno – il minimo indispensabile per sfamare i propri figli – avrebbe potuto perder tempo negli allenamenti e nello studio delle tattiche di gioco? Fino a quando un imprenditore venuto dalla lower class che ha uno stabilimento di cotone, non ha l’intuizione di comporre una squadra formata da alcuni dei suoi dipendenti e di arruolare da Glasgow due giovani professionisti a pagamento, cosa vietatissima dai regolamenti.
La trama si snoda agile e veloce, tra partite, amori che nascono, lotte di classe feroci tra nobili e operai, sfide e faide a volte sanguinose e insperate prese di coscienza da una parte e dall’altra della barricata. Ottima la ricostruzione degli ambienti: quelli raffinati dei ricchi e quelli fatiscenti dei poveri; le riprese esterne che inquadrano la brughiera sconfinata, gli english garden delle ville patrizie, i quartieri infimi dei diseredati. La sceneggiatura è di Julian Fellowes, pluripremiato autore di “Gosford Park” e di “Downton Abbey”.
Kevin Guthrie, 31enne attore scozzese interpreta Fergus – capitano della squadra operaia – dando al protagonista la giusta dose di tenacia e caparbietà unite a un carattere schivo e a volte fragile nelle difficile gestione degli equilibri famigliari. Il suo competitor, il ricco Lord Arthur Kinnaird – capitano degli Etonians – impersonato da Edward Holcroft (anche nella vita reale di nobili discendenze) ha in sé, all’inizio, tutti gli stereotipi della classe che rappresenta: arroganza, superficialità, onnipotenza che pian piano e dopo un lungo lavoro su se stesso si trasformano in rispetto e solidarietà nei confronti dei rivali. E’ solo a quel punto che la competizione leale e sportiva nel più alto senso del termine, può avere inizio.
La trama si snoda agile e veloce, tra partite, amori che nascono, lotte di classe feroci tra nobili e operai, sfide e faide a volte sanguinose e insperate prese di coscienza da una parte e dall’altra della barricata. Ottima la ricostruzione degli ambienti: quelli raffinati dei ricchi e quelli fatiscenti dei poveri; le riprese esterne che inquadrano la brughiera sconfinata, gli english garden delle ville patrizie, i quartieri infimi dei diseredati. La sceneggiatura è di Julian Fellowes, pluripremiato autore di “Gosford Park” e di “Downton Abbey”.
Kevin Guthrie, 31enne attore scozzese interpreta Fergus – capitano della squadra operaia – dando al protagonista la giusta dose di tenacia e caparbietà unite a un carattere schivo e a volte fragile nelle difficile gestione degli equilibri famigliari. Il suo competitor, il ricco Lord Arthur Kinnaird – capitano degli Etonians – impersonato da Edward Holcroft (anche nella vita reale di nobili discendenze) ha in sé, all’inizio, tutti gli stereotipi della classe che rappresenta: arroganza, superficialità, onnipotenza che pian piano e dopo un lungo lavoro su se stesso si trasformano in rispetto e solidarietà nei confronti dei rivali. E’ solo a quel punto che la competizione leale e sportiva nel più alto senso del termine, può avere inizio.
The English game – Sceneggiatura di Julian Fellowes – Gran Bretagna 2020 – diponibile su Netflix