Time Machine – Le divagazioni di Mita Medici

 

 

Mita? Mitaaa?

 

Chi è?

 

Sono io. Sono te.

 

Rieccola… Guarda, lo so già dove vuoi arrivare. Sei monotona, prevedibile, noiosa. E allora ti dico subito no, non me li ricordo “quegli anni”.

 

Lo sai che sono fatta così. O meglio, qualcosa mi ricordo, mica sono scema. Ma sono ricordi…in disordine, come un quadro di Picasso.

 

Mmm, sarà. Peace and Love, Che Guevara, Martin Luther King, il Vietnam, Woodstock….niente? Aspetta, ci sono. Los Angeles, la tua prima volta in America. Quanti anni avevi? Quindici? Non quattordici? Ok, se lo dici tu.

 

Quindici, certo, vuoi che non mi ricordi? Ero lì per rappresentare l’Italia come Miss Teenager e, ingorda di novità e scoperte, sgattaiolai di nascosto dall’hotel dove ero ospite con le altre ragazze, venute da tutto il mondo eh?

 

Eccoti aggrappata a una rete altissima…

 

…che delimitava uno spazio enorme, mai visto uno spazio così, dove infuriava una maratona rock pazzesca. C’erano I Doors, dico i Doors, mica i Pooh. Con il grande, mitico Jim Morrison…

 

Di cui ti innamorasti all’istante.

 

Essì. Un amore bruciante ma breve, perchè due robuste braccia mi afferrarono e a forza mi riportarono in albergo, guardata a vista perchè non fuggissi di nuovo.

 

Bè… cos’è quella lacrimuccia? la commozione dei ricordi? Del primo palpito d’amore? Di quella musica che ti entrava nell’anima?

 

Cosa dici, rompiscatole? No, cara, come al solito sei fuori strada. E’ che…

 

E’ che cosa? E’ per via di quella folle certezza che avremmo cambiato il mondo, e che oggi mi sembra lontana anni luce, anzi, definitivamente tradita e tramontata.

 

Dai, non fare così…una cosa è certa. Tu, non sei cambiata di una virgola.

 

 

 

 

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