Trasgressioni culinarie e non solo

 

Dopo tanti anni è successo. In fila al supermercato è l’ultimo posto al mondo dove ti aspetti di scoprire certe cose. Pure, ecco confessato l’inconfessabile. Non è onesto chiedermi cosa le ho fatto mancare. Troppe sere l’ho lasciata cenare da sola, e io in giro per lavoro. E poi la televisione e le sue casalinghe impudicamente oneste nel concedersi a esperienze così estranee alla sana integrità della famiglia. Che Margherita, pomodoro, mozzarella e basilico ci aiutino! Non è bastata la fede ingenua nel ripetersi a noi non capiterà mai, per esorcizzare il fascino del mai provato. Non importa più sapere perché, chi ha avuto più colpe: la catarsi è compiuta, oggi, in fila alla COOP. L’oggetto proibito di nuovo lì davanti, i nostri sani propositi accantonati per il capriccio di una capricciosa. Me lo dice come se nulla fosse, lo sa che certe cose si perdonano a chi si ama, e a nessun altro.
«Sai, una volta che tu non c’eri ho comprato la pizza surgelata».
Orribile visione.
Avrò anche io la mia trasgressione proibita, domani sera che lei non ci sarà… E sia.
Acchiappo un dvd da uno scaffale e lo faccio scivolare nel carrello. Guarderò in santa pace quel film di Jean Jacques Annaud che lei non sopporta, uscito finalmente su disco.

 

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