Tranquilla giornata a Ostia

E niente, noi stavamo a farci il bagno e a prenderci un po’ di fresco quando si sono presentati questi legionari in pettorina e ci hanno liberato.
Faceva troppo caldo per esultare e in giro non si trovavano scudi su cui battere le spade in segno di acclamazione. E allora ho capovolto il secchiello con cui stava giocando mio figlio, il piccoletto, e ho provato a batterci sopra con la paletta, ma il piccoletto si è ingrugnito con italico piglio e mi ha fatto – Papà, quella è roba mia, mo’ te gonfio.
Al che mi sono commosso, ma con secchiello e paletta e con le lacrime agli occhi i legionari mi hanno scambiato per un ambulante e volevano cacciare anche me.
– Sono italiano – ci ho fatto io.
E loro – dicono tutti così! Mannaggia lo ius soli.
– Vi dico che non siamo soli, con me e il piccoletto ci sta mia moglie che quella vuole fare la signora e, invece di farla a mare come tutti, insiste a farla nel bagno chimico che deturpa il litorale.
Vi libereremo tutti – urlavano tranquilli e moderati.
Intanto portavano via ambulanti, cartacce, mondezza, ombrelloni, sedie a sdraio, asciugamano. E alla fine tutti in coro – Ora finalmente questa è una spiaggia libera!
Al che – col cacchio – ci ha fatto il proprietario dello stabilimento- questa spiaggia la gestisco io, e ora rimettete tutto a posto.
Hanno cacciato anche lui. Ora non c’è nessuno. Mia moglie l’hanno portata via con tutto il bagno chimico e il piccoletto frigna perché vuole il cocco. Uffa.

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