Traslochi

Raccolgo le mie cose
fra poco cambio ancora casa.
Fingo una miopia improvvisa
qualche distratto malumore
inciampo invece
precari gli equilibri
la raccolta dei fardelli
l’ingombro dei ricordi
nei cartoni.

Sopporto che alle voci che mi parlano da dentro
si sovrappongano i discorsi dei vicini.
Dico loro che cambierà il tempo verso sera
cerchiamo di evitare i saluti di commiato
i congedi perentori.
Parlare dei malanni accidentali, dei rischi
di stagione
è un’autorizzazione collettiva
per rimanere soli.

Ma il futuro, per i fantasmi che non vogliono morire
non può che continuare per come invece è stato
l’orizzonte del rimpianto è una prospettiva
che tutti i giorni attraversiamo.
Per noi che resistiamo
è nell’adesso del momento
l’infinito del dolore
l’infinito strano della vita.
La geografia dei sentimenti
– penso mentre scendo queste scale
è un’intelligenza difettosa
un sentimento azzurro, complicato
del mondo che tocchiamo.

Ci sfugge di continuo
l’inconsistenza delle cose.
Si nasconde altrove, ininterrottamente
quello che si perde
quello che cerchiamo.

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